Aspettavo impaziente questo evento da molto tempo, avevo appuntato la data un po’ dappertutto, persino in bagno, sullo specchio del lavandino, il terrore di dimenticarlo era troppo forte. E finalmente è arrivato. La prima grande mostra dell’anno, quella che ha inaugurato la stagione dell’arte nella capitale. Sto parlando ovviamente della personale di Ray Caesar alla Dorothy Circus Gallery dal titolo The trouble with angels.
Al mio arrivo, concitata e emozionata al tempo stesso, c’erano tante persone che facevano la fila per vedere i capolavori di questo artista straordinario, uno dei miei preferiti in assoluto, un maestro del colore. Così, io e il mio fotografo di fiducia, il mio caro amico Pablo che si dimenava tra un bicchiere di vino e una fetta di torta, siamo riusciti a farci largo tra la bella gente elegante che ha invaso gli splendidi spazi di velluto rosso della Dorothy Circus dove si potevano ammirare le opere dell’artista inglese ormai di base a Toronto.
Classe 1958, Ray Caesar ha saputo trasformare la sua infanzia difficie in arte, i ricordi e le esperienze si concentrano in un’immagine, su quella superficie che diventa il luogo ideale in cui dare sfogo alla sua creatività che lo ha spinto oltre il confine del mondo circostante di cui si nutre quotidianamente.
Così, anche in questa personale Ray Caesar ha incantato tutti con dei bellissimi lavori che visti da vicino danno un’emozione indescrivibile, davvero difficile raccontarvi cosa voglia dire trovarsi di fronte ad un’opera di Ray Caesar, figuriamoci vederne tante tutte insieme.
Le sue splendide e incantevoli fanciulle dai vestiti meravigliosi sembrano provenire da un mondo senza tempo, mistico e surreale, dove qualsiasi cosa può accadere da un momento all’altro, nell’attimo in cui l’osservatore si sofferma a dialogare con i soggetti.
In ognuna di esse, l’artista inglese fa filtrare una storia, un racconto o semplicemente una visione che crea scompiglio alla nostra percezione della realtà, servendosi di bellissime creature dal volto angelico, le quali si insinuano seducenti nella nostra memoria visiva.
L’uso di colori vibranti e tonalità forti per la rappresentazione degli abiti delle sue fanciulle crea un contrasto piacevole con lo sfondo bianco candido che si celebra alle loro spalle.
Passeggiare tra le opere di Ray Caesar è stato come entrare in uno spazio incantato, farsi cullare dalla bellezza e dalla sensualità delle forme e dall’ingenuità di alcuni angeli dai tratti irresistibili.
Ho avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con lui, seduti su un divano mentre gli ospiti, come la sua amica amica Anita Kunz di cui vi parlerò la prossima settimana, curiosavano tra le sue opere, abbiamo parlato di questa mostra e di come è nata la sua passione per l’arte. Lui che di mostre ne ha fatte tante mi ha sorpreso con il suo modo gentile e simpatico al tempo stesso con cui ha risposto alle mie domande, molto emozionato Ray Caesar mi ha raccontato di avere una passione per Roma e di avere accettato con molto piacere l’invito ad esporre alla Dorothy Circus, di cui è ormai uno di casa.
Mi ha raccontato della sua infanzia difficile e violenta in Inghilterra e soprattutto i suoi occhi si sono accesi quando mi ha parlato del modo in cui la sua mano si abbandona alla superficie appena l’idea prende forma nella sua mente.
In quei minuti non ho pensato di avere di fronte un artista di fama mondiale, tantomeno uno avvezzo alle interviste e alle mostre, bensì un uomo che si emoziona e fa emozionare il suo interlocutore.
Ray Caesar è un artista che si distingue anche per il suo modo di descrivere ciò che fa attraverso parole semplici come la natura e l’infanzia, quell’universo circostante che colora le sue opere e di cui non si stancherebbe mai di raccontare a nessun bambino perché la sua arte proviene proprio dal mondo dei bambini, quello che più ha nel cuore.
Quasi dimenticavo: la mostra si concluderà il 2 aprile.
Foto di Pablo Mesa Capella
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!