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Un’altra vita, il documentario di Emanuele C...

Un’altra vita, il documentario di Emanuele Caruso


Non avevo più voglia di lamentarmi delle cose come se fossero inevitabili. Non avevo più voglia di dire che Milano era una città orrenda e continuare ad abitarci, dire che l’università era un parcheggio per disoccupati e continuare a frequentarla, dire che vivere dai miei era morboso e continuare a farlo. Non avevo più voglia di lavorare a costruzioni mentali e ipotesi e teorie per spiegare o giustificare la mia inerzia insoddisfatta. Mi sembrava di essere vissuto solo di parole, in un paese di parole, dove quello che si dice conta molto più di quello che si fa, e adesso ne ero completamente saturo.
Volevo costruirmi un’altra vita in base al tatto e all’olfatto e alla vista, in un luogo di cui ero contento: usare i miei sensi, non dire più niente.

Due Di Due

Quando qualcuno mi chiede quale sia il mio libro preferito rimane sempre un po’ interdetto nell’ascoltare la risposta. Come a dire, di tutti i libri belli del mondo, mi vieni a nominare proprio questo?
In realtà Due Di Due (seguito da Di Noi Tre) è un amore sbocciato tardi, ma in un periodo della mia vita in cui avevo bisogno di una storia. Esattamente quella storia.

Guardando il documentario di Emanuele Caruso, non è difficile immergersi con la mente in quegli stessi paesaggi bucolici descritti da De Carlo, dove la luce del sole ti abbaglia e ti copre di energia positiva e il tempo sembra scorrere così lento che quasi hai modo di fermarti a pensare, assaporando con estrema ghiottoneria il piacere dell’attimo e quello di venir fuori da tutte le scelte obbligate.
Giovanni (71 anni) e Graziella (73 anni) protagonisti del documentario,  dal 1994 vivono in un cascina in mezzo a un bosco dell’alta langa piemontese, a 600 metri d’altezza insieme a 2 pecore, un cane e una cavalla.
E lo fanno senza energia elettrica e senza acqua corrente, sviluppando abitudini ormai radicate e difficili da eliminare, frutto dell’insofferenza della vita cittadina, della rabbia nei confronti delle istituzioni e di una tremenda voglia di rivoluzionare se stessi e il mondo. Riuscendo a capire che non è mai troppo tardi.
Cose semplici. Genuine. Belle.


Alessandro Rossi

Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.

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