Il bello di produrre una tua birra non è solamente l’ampia e sufficiente scorta sempre pronta in garage – salvo il timore qualche comparsata della Legio Bancone, che qualche problema di “sete” in tal senso può generarlo – ma più di ogni altra cosa è la “circostanza della condivisione”. Se qualcuno infatti mi chiedesse cosa significa per me “birra artigianale” non esiterei a rispondere quello che mi è apparso chiaro dalle prime folgoranti esplorazioni di questa realtà ancora sconosciuta e indefinita, ma che oggi, delineata un po’ meglio, confermo con realistico entusiasmo. Risponderei che la birra artigianale è senza dubbio naturale e fervida condivisione.
E la serata in cui siamo stati presenti venerdì scorso con i primi e unici assaggi della nostra Clorofilla alle spine, è stata una di quelle atmosfere profumate e golose che ricordi con gli occhi sorridenti da bambino pasticcione. Vedendo che la creatura su cui hai lavorato puntigliosamente piace tanto e regge abbondantemente il passo degli altri più esperti ospiti della serata, una certa dose di fierezza sotterrata in qualche cassetto esistenziale la rispolveri volentieri via, senza tanto olio di gomito. Che poi uno pensa ad un “evento” e chissà cosa si immagina di fantasmagorico… amici e chiacchiere, qualche bevuta, risate in abbondanza e condivisione. Che altro serve?
Ma veniamo ai dettagli piccanti. La location come detto – Malto Misto – è un beershop non più tanto emergente della capitale, uno di quelli che non si limita a sentirsi “bottglieria” ma organizza frequentemente eventi con la consueta energia ed impeto, unita all’atmosfera di “casa”. La disponibilità di spazio era ovviamente limitata, ma lo scongiurato diluvio universale ci ha consentito fino ad una certa ora di “invadere” gioiosi la via di Sant’Orsola.
Il Birrificio Free lions di Andrea Fralleoni e “quello nuovo” Massimo Serra era l’unico birrificio vero e proprio della serata, realtà ormai ben avviata, con un invidiabile e costante margine di crescita qualitativa. Alle spine due novità, la Blanche +39 e la Big Zombie Double IPA. La prima scenderà sicuramente via con le temperature più alte, decisamente riuscita, fresca e beverina, con una punta di amaro nel finale che ci sta ben bene. Forse un po’ eccessivo il coriandolo soprattutto al naso, de gustibus, ma per il resto niente da dire. La seconda invece si inserisce nello stile consolidato della casa, con un attento e ben gestito uso dei luppoli, puliti ed esplosivi, ed un amaro molto ben bilanciato da corpo, caramello e percentuale alcolica.
La nuova beerfirm romana Eternalcity Brewing è stata invece, anche folkloristicamente parlando, la regina della serata. Posso dire con certezza che la prima nata in casa, la Urbe American Pale Ale prodotta presso il Birrificio Birradamare, è un ottima birra, bevuta a gargarozzi in più di un’occasione del tour di inizio anno della ciurma. Al naso “americana” in tutto e per tutto – uva spina, resina, erba, pompelmo – si conferma in bocca una birra che si beve da sola, dal giusto amaro, pulizia e carbonazione. Molto simile a Clorofilla in realtà, per costruzione e scuola di pensiero, risulta solamente un pelo più leggera e secca, meno spinta al naso e più “pulita”.
Quanto all’altra beerfirm di recente attività, il Birrificio Castelli Romani del verace Paolo Mazzola, confermo l’ottima linea di pensiero e la incredibile voglia di fare che gli si legge in faccia. Paolo sta lavorando in maniera originale su uno stile molto amato anche dal sottoscritto, le Saison, producendone quattro differenti varianti dello stile. La Giulio Agricola presente alle spine ne è stato bell’esempio stile: lievito lasciato libero di esprimersi, malti a contorno, secchezza finale e bouquet intrigante, speziato e floreale. L’unico appunto forse le note dell’alcol un po’ troppo evidenti, su cui si è però rimediato già con le cotte successive.
Che dirvi di Clorofilla, che ormai sapete già tutto. E’ stato davvero interessante provare il confronto con la bottiglia, contenti che in entrambi i casi il lavoro e l’accuratezza dei gentili ospiti, il Piccolo Birrificio Clandestino, siano stati in eccepibili. La birra è sempre quella che volevamo: inebriante e molto spinta al naso, in bocca bilanciata dai malti ben presenti, fruttato al retrogusto, corpo medio basso e carbonazione leggera. Rispetto alla bottiglia si è sentita l’influenza della spillatura: meno esplosiva a livello aromatico, più setosa ed avvolgente in bocca, pur rimanendo sempre “lei”.
A bere in giro e scambiare public relations a più non posso ci ha fatto inoltre piacere la presenza di Adriano Giulioni, con il nuovissimo progetto web Birranderground, nato per dare voce ai piccolissimi del mondo della birra, produttori casalinghi, per gioco e passione, e a chi la condivida. Alle “persone” insomma, più del resto.
Alla fine è vero, la birra se ne va e ad un certo punto finisce, ma lascia tutto un contorno che segue ad accompagnarti. Ringrazio Eugenio e Edoardo di Malto Misto, esuberanti e genuini, i “colleghi” Maurizio “pomata” e Davide “skizzo” di Eternalcity, Massimo di Freelions, Paolo di Castelli Romani e Adriano di Birranderground, davvero belle persone prima che amici e beoni, nonché i tantissimi sostenitori accorsi per la serata, Legio Bancone inclusa, nella speranza che un pochino di luccichio rimanga anche a loro.
Nel frattempo beccatevi una piccolissima selezione di foto, fatte dai ragazzi di Malto Misto. Le altre le trovate tutte sulla loro pagina Facebook.
Condividete.
Umberto Calabria
Umberto (JJ) Calabria - Jungle Juice Brewing, autistico della birra e ancora "homebrewer" della domenica. "Liutaio" del sabato pomeriggio se ci scappa. Laureato e lavoratore per errore il resto della settimana. Curioso come una scimmia, sempre.