Preparatevi. Oggi ho la vena polemica dello scorso martedì perché ogni settimana scopro che un teatro, una galleria d’arte o una libreria chiude in qualche città del nostro paese. Segno inevitabile di un declino culturale inarrestabile e pericoloso.
Oggi tocca alla storica libreria Maraldi che si trova nel signorile quartiere Prati di Roma dove la scorsa settimana ho acquistato un’edizione del 1948 de I fratelli Karamazov di Dostoevskij. Ecco proprio quella fucina di sapere chiuderà tra qualche settimana per lasciare i propri spazi ad un noto punto di ristoro. Quando si dice che con l’arte non si mangia.
In una città grande come Roma, dove librerie vengono aperte e chiuse di continuo, non dovrei esserne sorpresa ma ogni volta resto delusa perché dò alla cultura un valore così elevato che nella mia scala è seconda solo agli affetti. E se ne parlo con voi, se vi propino questo mio sfogo è perché credo che ogni intellettuale, operatore culturale o semplice redattore come la sottoscritta abbia il dovere morale di denunciare questi colpi bassi alla cultura e allo stesso tempo dovrebbe incitare il proprio pubblico ad apprezzare tutto il sapere di cui i luoghi citati sopra sono depositari. Con la loro scomparsa se ne va un pezzo di storia, la nostra e quella delle generazioni future. Il pezzo di oggi è dedicato a tutti coloro che si sentono chiamati in causa come la mia cara e stimatissima amica Elisa Biagi, sempre in prima linea quando c’è da difendere la cultura.
Proprio per questo oggi restiamo in Italia perché voglio parlarvi di un artista di Tortona, in provincia di Alessandria, che a mia avviso ha un talento straordinario su cui vale la pena soffermarsi.
Si chiama Marco Mazzoni ed è un ragazzo di 32 anni che si è trasferito a Milano dove, dopo aver conseguito il Diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, ha deciso di aprire uno studio dove realizza le sue creature di cui avete qualche immagine in allegato.
Ciò che appare a prima vista quando ci si sofferma ad osservare le sue opere è l’immediata predisposizione ai ritratti e sebbene molte riviste di settore lo abbiano catalogato come “artista di ritratti” o “ritrattista” per i puristi, io vorrei parlarvi invece di un artista che ama disegnare la natura che si celebra tra i tratti del volto umano, ovvero di uno studioso bizzarro di esseri viventi.
La sua tecnica, in prevalenza colori a pastello su carta da disegno, rivela tutta la sua complessità artistica che si manifesta in superficie.
Nell’intervista che mi ha dato lo spunto per scrivere questo pezzo l’artista parla chiaro: dopo aver dato una mano di nero avorio e seppia per conferire al disegno l’effetto chiaroscuro, passa ad una leggera passata di colore che normalmente è il risultato dell’unione tra il rosa e il blu oppure del rosso con il verde.
Nei suoi lavori la natura e i suoi personaggi si manifestano in modo surreale, come non capita di assistere; ciò che fa Marco Mazzoni agli occhi di una semplice scrutatrice è, attraverso i colori, descriverci il desiderio di contatto di questi esseri, un contatto visivo con l’osservatore e fisico con il volto dell’essere umano con cui intendono fondersi.
Una tecnica sublime, opere fantastiche e un effetto mistico che rende complice lo sguardo di chiunque.
Date un ‘occhiata anche ai disegni realizzati sul suo sketchbook.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!