Guardiamo in faccia la realtà: stiamo vivendo un periodo difficile. La crisi economica, come succede da quando è nato l’uomo ed il suo universo, è causa di quella sociale e culturale. Inevitabilmente. Non si può pensare ad una crisi economica senza valutare le conseguenze sul piano sociale e culturale. Non ho alcuna intenzione di parlare di economia, tantomeno di politica. Anzi ciò che mi spinge a scrivere riflessioni è il totale stato di abbandono dell’arte nel nostro paese che vanta il 50% del patrimonio culturale del mondo intero. Purtroppo lo abbiamo dimenticato. Così come abbiamo dimenticato che il grado di civiltà di una nazione non si valuta solo sul numero di strade, risorse energetiche, banche e industrie ma soprattutto sulla sua componente culturale. E in Italia, oltre a mancare lavoro e reddito, manca l’approccio alla cultura, quello che ci ha distinto in epoche passate e di cui ora conserviamo i ruderi. E neanche lo facciamo bene. In Italia dove è nato il Rinascimento, tanto per citare un esempio, forse il più eclatante, non si insegnerà più la storia dell’arte nelle scuole secondarie. Pompei sta cadendo a pezzi. I teatri stanno chiudendo. Così come le gallerie d’arte e i nostri artisti che fuggono altrove insieme ai cervelli migliori. Cosa rimane a noi che restiamo qua? Solo celebrare le loro bellezze e i loro traguardi. Altrove. E parlare di arte e di bellezza, perché come diceva Dostoevskij”La bellezza salverà il mondo”. Almeno mi piace crederlo.
Non siamo gli unici a vivere questa situazione, Spagna, Grecia, Portogallo per restare in Europa, ma anche in Argentina la crisi fa ancora molta paura. Eppure c’è chi ha trovato nell’arte una ragione di vita. Come è accaduto nel mio caso e anche in quello dell’artista di questa nuova puntata di Tuesday poison che viene proprio dall’ Argentina.
L’artista di oggi si chiama Santiago Caruso ed è nato a Quilmes nel 1982. Il mondo macabro e surreale dei racconti del medioevo sembra il punto da cui trae ispirazione per le sue opere, non a caso ha collaborato con alcune case editrici per l’illustrazione di libri quali El Horror de Dunwich, El Eco de mis Muertes, Historia del Vampiros, giusto per citare qualche titolo.
Ha persino pubblicato delle illustrazioni per la nota rivista argentina Caras y Caretas ed ha esposto sia a Buenos Aires che negli Stati Uniti fino a giungere in Spagna e oggi finisce dritto dritto nella nostra rubrica.
Le sue opere arrivano dritte all’osservatore, passando attraverso una linea del tempo remota non ben definita e si insinua in quello spazio vuoto tra l’opera e l’osservatore.
Santiago Caruso ha una certa predilezione per il macabro, l’osceno e il lugubre quanto basta per incutere terrore a chi non è avvezzo a questo tipo di arte che a me invece piace da impazzire.
Teschi, ossa, zombie e creature indescrivibili sono i soggetti delle sue illustrazioni, personaggi che sfidano il concetto di realtà, mettendo a soqquadro il nostro equilibrio mentale.
Anche lo sfondo, qualsiasi ambientazione presente nelle sue illustrazioni, partecipa allo spettacolo che si celebra dinanzi al fruitore dell’opera come la rappresentazione di un mondo che conosciamo poco ma che ci piace immaginare, quello della vita oltre l’apparenza.
La poesia fa la sua comparsa in queste immagini, si insinua nel gioco di ombre e luci caravaggesche e anche un po’ dantesche, versi e rime che si traducono solo entrando nella materia invisibile e lasciandosi trasportare dall’anima dell’artista che rivela i suoi arcani attraverso l’arte.
Impariamo a non mettere da parte l’arte.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!