Su noi sud-europei le regione ghiacciate come la Norvegia, la Svezia, l’Islanda o la Groenlandia hanno sempre esercitato il fascino tipico di chi pensa che lo stile di vita di chi abita quelle terre, sia completamente diverso dal nostro, finendo per definirlo comunemente “migliore”.
Vorrei soffermarmi sul significato della parola migliore, ma è chiaro che non è questa la sede per imbarcarsi in discorsi filosofici più o meno verosimili.
Tuttavia, c’è un’innegabile schiera di pensatori che associa a ragion veduta i succitati paesi a interminabili ghiacciai, temibili ma scenografici vulcani, geyser e aurore boreali con conseguenti notti lunghissime.
Verrebbe quasi voglia di mollare il lavoro, la famiglia e la casa in un consequenziale fanculo che sfocerebbe in un “Ciao a tutti, ci vediamo in Groenlandia!”
Tuttavia, aldilà degli stereotipi sud-europei, vengono fuori verità sconcertanti.
Nella Groenlandia dell’est, il 2% dei ragazzi tra i 15 e i 25 anni si toglie la vita e il 25% ci prova. Sono dati che mettono incredibilmente paura e dimostrano un’inclinazione al suicidio da parte dei giovani groenlandesi.
Arctic Spleen è il documentario di Piergiorgio Casotti, un viaggio duro e struggente in cui il dramma del suicidio raccontato da chi è sopravvissuto a diversi tentativi, si scontra violentemente, nel rapporto con il territorio.
Arctic Spleen è verità. Una verità che si cela con astuzia, dietro la bellezza di quelle terre e in un’invidiata calma apparente che sfocia in un marasma di emozioni cupe all’interno di chi le abita.
Giovedì 30 gennaio alle ore 19:30, presso la sede di 001 (vi abbiamo già parlato di loro qui) verrà presentata l’anteprima romana del documentario.
Un evento che vedrà coinvolto l’autore stesso, alle prese anche con il libro fotografico Sometimes I cannot smile, di cui trovate un’anteprima proprio sotto il trailer.
L’ingresso costa solo 3 euro e il ricavato sarà a sostegno del documentario.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.