Alessandro Polia, art director, fotografo e cantante dei My Last Fall. Questa settimana ci racconta qualche curiosità sul suo lavoro. Il suo portfolio non ha nulla da invidiare.
Ciao Alessandro, approfitto di una tua precedente intervista per fare una citazione “Fondamentalmente, in pochi e succosi punti, sono: un art director pubblicitario, un fotografo freelance, un cantante squattrinato dalla voce arrogante, un giocatore ormai andato di basket, un discreto illustratore, un allegro lettore e un ambizioso utopista.” Oggi ti chiedo come si è evoluta, mi suggerisci qualche condimento per la tua presentazione? Dove sei cresciuto e dove vivi ora?
Mi ero scordato di quella risposta arrogante quasi quanto il suggerimento di Google quando stai scrivendo qualcosa nel motore di ricerca. Sono nato e cresciuto a Roma e già dal liceo ho cominciato a suonare con la mia prima band, facevamo cover punk e suonavamo nelle scuole durante le festività natalizie. All’epoca disegnavo tanto, mangiavo quintali di fumetti e giocavo a pallacanestro come playmaker. Devo dire che me la cavavo abbastanza bene. Nel periodo universitario ho lasciato lo sport agonistico e mi sono interessato alla musica diventando il cantante di una band, i My Last Fall. Oggi siamo al secondo album, appena sfornato! Mi sono avvicinato alla fotografia come autodidatta ma ho studiato per diventare art director, il mio vero lavoro.
Ti andrebbe di raccontarci qualcosa di più del tuo lavoro? Cosa significa per te oggi ricoprire il ruolo di art director?
Art director significa vivere con un mac sulle gambe, una penna grafica nella mano destra, mangiando contemporaneamente con la mano sinistra. Inoltre non smettere mai di pensare a delle idee con scadenze imminenti. Faccio questo lavoro da circa cinque anni. Prima ho lavorato in Carosello Lab, un’agenzia indipendente dal grande potenziale, e ora sono in McCANN, multinazionale americana. E’ un lavoro molto divertente e, allo stesso tempo, stressante e faticoso. Ogni giorno sei messo alla prova per trovare idee nuove, una cosa molto bella che implica il non fermarsi mai, continuando a far viaggiare la mente per trovare nuove soluzioni efficaci e divertenti.
Un elemento che consideri indispensabile per i tuoi servizi fotografici?
Gusto. Penso sia fondamentale, mentre la tecnica si affina col tempo, con l’esperienza. Ogni volta che realizzo un nuovo lavoro sperimento nuovi schemi di luci e nuovi modi di post produrre. Ovviamente se scatti con una compatta non otterrai mai uno scatto da affissione, quindi è indispensabile anche una buona attrezzatura.
Ti anticipo un lavoro che apprezzo molto “Fauves”, questo perché sono appassionata di pittura e avevo scambiato le fotografie per dipinti. Come è nata l’idea e come si è sviluppato questo lavoro? Consiglio di guardare il video.
L’idea di “Fauves” è nata dai dipinti di Andrew Salgado, un’artista che fa ritratti nel medesimo stile. Osservando le sue opere ho pensato “sono così vere e realistiche, perché non farle vere e realistiche in foto?”. Ho chiamato Evelin, una truccatrice strepitosa, oltre che una grande artista, e le ho proposto l’idea. Da qui è nato questo lavoro. I quattro modelli sono stati truccati per circa 30 minuti l’uno, messi di fronte a una tela e dipinti insieme a questa. E’ stato un lavoro molto divertente.
Ci descrivi il tuo stile? Hai delle preferenze?
Credo che il mio stile non sia ancora definito. Cerco di adattarmi alle richieste, mi piace dare un tono caldo ai miei scatti, in tutti i sensi, sia tonale che emozionale.
Sento che sto per lanciarti una piccola sfida perché credo che riusciresti a creare dei capolavori. Cosa ne pensi della food photography?
Di food photography infatti per ora ho realizzato poco. Sicuramente cercherei di trovare composizioni, colori e sensazioni che lascino intendere ciò che il cibo è in grado di comunicare assaporandolo. Una specie di “visualizzazione dei sapori”.
Alessandro, ti ringrazio per questa intervista. Te la senti di consigliarci un sito a cui vale la pena dare un’occhiata?
Grazie a voi. Io uso molto Behance, un portale che permette a qualsiasi talento, emergente o affermato, di far vedere i propri lavori. E’ una fonte infinita di spunti creativi di ogni tipo.
Ringraziamo Alessandro per questa intervista, consigliamo di visitare il suo sito www.alessandropolia.com
Deianira Vitali
Da quando vivo a Roma, penso al cibo per buona parte della giornata. Abbandonati i cocktail serali, ho scoperto l'amore per lo Jagermeister. Il lavoro è solo una pausa tra le mie instancabili ricerche: arte, fotografia e grafica. E quando il sonno tarda ad arrivare, c'è sempre tempo per disegnare.