Lo sentite quest’ odore particolare che vi pervade le narici screpolate dal raffreddore? Quel profumo di abete, misto a plastica, misto a carta, misto a odore di chiuso tipico delle cantine o delle soffitte. E la vedete questa strana luce? Quella che rischiara le sere d’ inverno, in modo così innaturale, alcuni anni bene, altri anni peggio, in un zigzagare morbido di minuscole, rassicuranti lampadine. E questa strana sensazione nel petto la provate anche voi? Un’ amalgama di calma ed eccitazione che rendono il vostro corpo tenero come il burro insaporito con la cannella e vi fa esplodere il cuore per la perpetua attesa e sorpresa del risveglio. Voi non sentite nulla di tutto questo? E’ dicembre e l’unico vostro pensiero è che sarete obbligati a rivedere parenti con i quali parlate poco e che facendolo, per giunta, ingrasserete pure? Male, malissimo. Ci penso io allora e farvi tornare un pò di bontà nel cuore, accompagnandovi un film alla volta verso la tavola da pranzo del 25 di dicembre. E non con film qualsiasi, sia ben chiaro, ma con quelli che guardavate quando eravate bambini e credevate sul serio a Babbo Natale.
Postilla: se qualche bambino sta leggendo questo, Babbo Natale non esiste.
13 dicembre: Mamma ho perso l’aereo (1990)
Ricordo vivido: io con il grembiule bianco delle elementari, ingresso di scuola. “L’hai visto ieri mamma ho perso l’aereo?” E poi fine, il ricordo vivido finisce qui, dopo si sono susseguite solo risate e dubito che la conversazione si sia concretizzata in un discorso di senso compiuto. Il piccolo Macaulay Culkin ha fatto tutto quello che volevamo fare pure noi, un gran casino in casa perché tanto non c’era nessuno a rompere le palle. Dei divertimenti sani, come mangiare schifezze e seviziare degli scassinatori. Però, che Natale è senza la famiglia? Mah, direi che si può fare, volendo.
14 dicembre: Il piccolo lord (1980)
Un vero e proprio film di natale, dove il piccolo pezzente di turno scopre di essere in realtà l’unico erede di una famiglia ricca da fare schifo. L’unica cosa che si frappone tra lui e la grana? Un vecchio stronzo con il cuore di pietra aka il nonno. Ma il piccolo lord in questione è dolce come un omino di marzapane e riuscirà con il suo caschetto platino bombato e un completino di velluto blu con bavaro e calzamaglia bianca, a conquistare il cuore del ricco bastardo. Un film che mi ricorda davvero la mia infanzia e la speranza di scoprire di essere anche io l’unica erede di un impero milionario.
15 dicembre: Il Grinch (2000)
C’è sempre stato del buonismo nell’aria a Natale. Del buonismo obbligato. Condito con una copiosa quantità di miele. Immotivata. Perchè amare chi di solito gli altri 364 giorni dell’anno si odia? E’ una domanda fondamentale che non ha ancora trovato risposta, e come faccio spesso di fronte a questi grandi quesiti dell’umanità, mi volto dall’altra parte. Ma ci sono alcuni che agli obblighi e doveri del Natale non ci stanno e hanno trovato il loro manifesto ne “Il Grinch, essere verde pelosino che decide di rubare il Natale perché è povero e solo e nessuno se lo incula mai sotto (e sopra) le feste. Si lo so, voi che il periodo natalizio lo passate facendo spallucce, spostandovi il ciuffo dalla fronte e dicendo “odio il Natale”, vi credete finalmente rappresentati. Ma anche l’adorabile Grinch alla fine si arrende all’omologazione. La fuga non è permessa. Ma soprattutto, vi dichiarate “contro” e poi guardate uno dei film più natalizi e zuccherini dell’universo?
16 dicembre: Nightmare before Christmas (1993)
A proposito di natali poco lieti. Entriamo nel magico mondo creato dal nostro cavaliere oscuro preferito con un pessimo taglio di capelli. . Eterno bambino pallido e incompreso, che fabbrica un fantastico mondo dove bypassare il Natale grazie al molto più succolento Halloween. Ma anche qui, il messaggio filopacifista con tanto di bastoncini di zucchero è dietro l’angolo. Film preferito di quelli che, si cioè, sono un pò così. Anticonformisti. E che se lo dicono da soli.
17 dicembre: I goonies (1985)
Un film per famiglie adatto a qualsiasi ricorrenza festiva, dalla pasqua a Natale, ma anche all’estate nel periodo buio dei palinsesti. Poteva quiandi capitare di riuscire a vederlo più di una volta all’interno dello stesso anno. Film al quale sono particolarmente legata in quanto mescola l’avventura, l’amicizia, e un’ archeologia alla portata di tutti. Che è poi la mia preferita, in quanto adoro l’idea di trovare cose nascoste ma con poca fatica (visto che l’archeologia vera richiede un sacco di studio barbapizzoso e molte poche fruste o cappelli fedora).
18 dicembre: Ghostbusters (1984)
Nel nostro immaginario collettivo esistono questi quattro eroi, tre scienziati bianchi e un afroamericano senza alcuna preparazione scientifica ma necessario per la parità razziale, che catturano fantasmi con apparecchiature tecnologiche fatte in casa. Questo film è forse il motivo per cui ” I ain’t afraid of no ghost” e se la stessa operazione comica fosse stata applicata al soggetto cinematografico di un gigantesco fottuto squalo bianco di 12 metri, oggi sarei un individuo migliore.
19 dicembre: Il monello (1921)
Il film di Chaplin è un film piuttosto datato, è vero. Ma ho voluto nominarlo perché legato ad un ricordo mio privato. Sono convinta che la genetica non sia un opinione e che a trasmettersi non siano solo i tratti fisici ma anche quelli caratteriali. La mia ossessione verso il tubo catodico mi è stata trasmessa. Mio nonno esigeva il silenzio assoluto quando la televisione era accesa. Ma noi nipoti eravamo quattro e raggiunta una certa età il silenzio non era più un opzione. Mentre in un dopo pranzo natalizio, sullo schermo scorreva la straziante storia in bianco e nero di una vita fatta di stenti, ristrettezze ma tanto amore, mio nonno si girò minaccioso verso di noi, il telecomando nella tasca della vestaglia: “silenzio. Non si sente cosa dicono”.
Nonno è un film muto.
20 dicembre: La storia infinita (1984)
Il fantasy anni ’80, che meravigliosa invenzione, che accozzaglia prodigiosa di peli posticci e plastilina mal modellata. Ma ecco, la storia infinita, oltre al fatto che era il film perfetto per noi bambini perchè c’erano un sacco di esserini strani e potevamo rispecchiarci (non so bene il perchè) nel giovane e coraggioso Atreyu, ci dà l’insegnamento più bello, quello di immaginare e creare innumerevoli mondi con la nostra fantasia, sopperendo così agli effetti speciali un pò scarsi e facendo riemergere dalle paludi cavalli fino a poco prima morti stecchiti. Cosa c’è piccolo bambino degli anni 2000 che ha tutte le risposte in tasca? Hai l’ipad scarico? Ti chiederei di raccontare una storia insieme a me, ma dubito che riusciresti.
21 dicembre: Pomi d’ottone e manici di scopa (1971)
Classicone di natale imperdibile, che vede nel cast l’inossidabile Angela Lansbury, già vecchia da giovane, uno dei personaggi indelebili della nostra giovinezza che mi ricorda tanto la mia nonna e che quindi amo a prescindere, qualsiasi cosa faccia. Nel tentativo di sfuggire alla noia e convinta che la magia si nascondesse in ogni angolo della mia vita poco cinematografica, ho tentato più volte di smontare il mio letto per volare fino all’isola di Naboombu, ma essendo il mio letto privo di pomelli sarei riuscita a malapena a raggiungere il Conad in fondo alla strada. “Conad road” suona inspiegabilmente molto meno efficace di “Portobello road”.
22 dicembre: Canto di Natale di Topolino (1983)
Il più noto stronzo della letteratura mondiale è il Sig. Scrooge, quel gran fijodena che obbliga il suo povero umile impiegato a lavorare il giorno di natale. Bene, Canto di Natale di Dickens è forse il libro più saccheggiato per camuffare sotto una patina di novità la trama più esausta del mondo: tutti sono più buoni a natale. E indovinate un pò chi potrebbe essere, di tutti i personaggi Disney, quello più adatto a vestire i panni dell’avaro Scrooge? Esatto, Paperone. E chi sarà mai invece, quello che subirà le vessazioni del suddetto avaro? Ebbene si Topolino.
Ma poi, secondo voi, un pò non se lo merita?
23 dicembre: Edward mani di forbice (1990)
Ora facciamo i seri per un attimo. Ogni parola è superflua, il film in questione parla da solo. Sono molto selettiva quando si tratta di Tim Burton, ma Edward mani di forbice non si tocca. Tantomeno sotto Natale. Fruibile in ogni giorno dell’anno, a dicembre acquista un sapore tutto particolare, che mi procura un notevole groppo in gola al quale mi abbandono senza vergogna. Sarà Johnny che si muove tutto zitto zitto con le sue manine sforbicine, o la neve tagliuzzata da una scultura di ghiaccio, o il pessimo colore di capelli di Winona Rider.
Qualsivoglia sia il motivo, siete autorizzati a piangere.
24 dicembre: Una poltrona per due (1983)
La vigilia di Natale ci obbliga inevitabilmente a vedere questa meravigliosa commedia degli equivoci firmata da John Landis, che se non ci capisce lui di commedie nessun’altro può.
La pellicola viene trasmessa inesorabilmente tutti gli anni, senza di essa avremmo dei gravi problemi nell’ammettere che Gesù nostro salvatore stia effettivamente per nascere. Stella cometa privata della mia generazione ci avvisa da trent’anni a questa parte che domani è Natale.
25 dicembre: Riposo
Il 25 non si guarda nulla. Tendenzialmente si mangia. E se la televisione è accesa nessuno la guarda. C’è troppo da dire, da passare di mano in mano vassoi e bottiglie, aggiungere il sale, scartare i regali, fumarsi una sigaretta tra una portata e l’altra. Forse dietro di me stanno trasmettendo qualche cartone animato, forse La spada nella roccia. No. questo è Bambi. Perché rovinare il cotechino che ho nel piatto piangendoci sopra. Preferisco guardare dritto davanti a me, il parente di turno che oggi mi siede di fronte. E chiedergli qualcosa sulla sua vita. Cose allegre però eh! Sennò tanto vale guardare la televisione.
Beatrice Lombardi
Laureanda presso il CITEM di Bologna è nata 26 anni fa dal tubo catodico. Dopo anni di amore e odio con mamma Televisione e papà Cinema ha deciso di percorrere nuove strade ed è scappata con il Web.