Nel progettare edifici di culto, i grandi architetti sono spesso riusciti a sintetizzare la loro poetica, materializzando la loro visione della dimensione spirituale e utilizzando la luce e l’espressività dei materiali come tramite per un’esperienza totalizzante delle spazialità. È ciò in cui Fuksas ha fallito nella sua chiesa di San Giacomo a Foligno: uno scatolone di calcestruzzo a vista, calato con scarsa eleganza in un contesto di abitazioni rade. Il disegno dei prospetti è carente di armonia compositiva e l’idea formale della ‘scatola nella scatola’ è più una muscolosa esibizione delle capacità strutturali del materiale che non il risultato di una ricerca di mistiche spazialità.
La cappella di Sant’Ignazio a Seattle, progettata da Steven Holl, è al contrario una bella sintesi di dettagli curati, insolite soluzioni nell’uso e nel trattamento dei materiali, ricerca formale, poetica del colore e uso di qualità differenti di luce, nell’espressione riuscita di una silenziosa e mistica contemplazione spirituale.
Luca Di Carlo
A 19 anni ho smesso di straziarmi su dilemmi esistenziali per iniziare a chiedermi: "può l'architettura essere poesia?". Adesso, che di anni ne ho 25, sono qui ogni settimana a condividere con voi le risposte che ho trovato (e quelle che ancora cerco)