Hanno da poco inaugurato la nuova biblioteca di Birmingham -la più grande d’Europa- progettata dallo studio olandese Mecanoo. L’edificio è incapace d’interpretare il patrimonio culturale della città e assomiglia più a un centro commerciale o al flagship store di un marchio di moda qualsiaisi che a un centro civico.
Sulle sue facciate c’è un pattern decorativo inutilmente complicato e sfarzoso, di sapore più asiatico che europeo. I suoi interni sono progettati con più attenzione all’effetto scenico che alla fruizione della lettura.
Una buona architettura di questo tipo non dovrebbe urlare incitando al consumo materialistico di un prodotto, bensì ambire a rappresentare la dimensione immateriale della conoscenza, il senso più profondo della lettura, l’importanza civica della cultura. E’ quello che sono riusciti a fare King e Riccardo Roselli nella loro biblioteca dell’Università Lateranense a Roma. Il loro progetto nasce da una lettura accurata del contesto e rielabora le lezioni delle biblioteche dei grandi maestri, sfruttando con intelligenza la dinamicità della luce naturale e proponendo soluzioni spaziali e strutturali affascinanti quanto funzionali.
Luca Di Carlo
A 19 anni ho smesso di straziarmi su dilemmi esistenziali per iniziare a chiedermi: "può l'architettura essere poesia?". Adesso, che di anni ne ho 25, sono qui ogni settimana a condividere con voi le risposte che ho trovato (e quelle che ancora cerco)