Sapete dove mi trovo oggi? Sono venuta a fare un salto a Londra, a vedere cosa c’è di nuovo in questa città fantastica dove tutto sembra possibile, dove tutto può accadere, soprattutto di girare l’angolo e trovarsi di fronte a un lavoro di Banksy. Così mentre io me ne sto in giro a caccia di murales e stencil made in London voi vi beccate questo pezzo su un artista di Barcellona, Suso33 che qualche settimana fa ha completato un muro gigante a Madrid, uno di quelli che lasciano a bocca aperta.
Su una parete di un palazzo della capitale spagnola Suso33 ha disegnato una moltitudine di soggetti che visti da lontano arrivano a comporre una figura umana, una grande e imponente figura umana che si confronta con l’architettura.
Non ho trovato molte notizie su di lui, solo una serie incalcolabile di lavori che mi consentono di dire la mia sulla sua arte che, non colpendo a primo impatto per mancanza di colore, tuttavia va apprezzata guardandola scrupolosamente perché è in grado di parlare più di un qualsiasi manuale di comunicazione che distribuiscono all’università.
L’ultimo lavoro di Suso33 a Madrid va ad aggiungersi ai suoi tanti lavori sparsi in giro per la Spagna, opere che mettono in risalto la sua propensione verso uno stile semplice ma che al tempo stesso riesce a rappresentare la complessità del pensiero umano.
Come un sondino a caccia di imperfezioni e anomalie nel corpo umano, la street art di Suso33 penetra nei meandri degli stati esistenziali dell’essere umano per catturare le emozioni e le debolezze che vengono fuori attraverso la rappresentazione di individui isolati, persi nella moltitudine di individualismi che si intrecciano senza mai attraversarsi dentro, ma solo sulla superficie liscia delle pareti in cui l’artista sceglie di mostrarli al resto del mondo.
È un’arte esistenzialista, forse un espressionista se fosse vissuto qualche decennio fa.
Buona domenica!
Zelda
Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.