A colpi di luce 2.0: Natalie Grono


Natalie Grono, fotografa australiana, tra i suoi segni particolari segnaliamo: viaggi, ritratti e documentari. Oggi ci racconta qualcosa di sé, dei suoi scatti e delle coste selvagge che l’hanno ispirata in questi anni. Consigliamo uno sguardo alle serie Burning Man, Lost in New YorkSea Dreaming.

Ciao Natalie raccontaci un po’ di te, dove sei cresciuta?
Hi Natalie tell us a little bit about yourself, where did you grow up?
Sono cresciuta in una piccola città costiera della Est Coast, in Australia. L’oceano, la spiaggia e i suoi paesaggi selvaggi, hanno avuto una grande influenza sul mio “essere” e ne hanno ancora. Da bambina mi piaceva uscire ed esplorare il vicinato cercando la bellezza nella quotidianità. Quando non uscivo, invece, leggevo libri e guardavo la serie tv Monkey Magic. Oggi mi sento ancora una ricercatrice, immagino di potermi descrivere come una romantica con un grande amore per il mondo e la sua gente. In passato in uno dei miei viaggi mi trovai in una comunità remota, mi fu dato il soprannome “the small girl with the big smile”.
I grew up in a small coastal town on the East Coast of Australia. The ocean with its beach and wild landscapes were integral to my being, they still are. Even as a kid I loved to go out and explore my neighborhoods, finding beauty in the ordinary. When I wasn’t outdoors exploring I was indoors reading books and watching the Japanese TV series Monkey Magic. Today I am still a seeker. I guess I could be described as a romantic with a feisty love for the world and its people. Once on my travels whilst staying with a remote community I was given the nick name “the small girl with the big smile”.

Quando hai capito di voler essere una fotografa?
When did you first know that you wanted to be a photographer?
Già da piccola sapevo di voler incontrare persone diverse e raccontare le loro storie. Arrivai alla fotografia studiando giornalismo e fu amore a prima “foto”. Da quel giorno è stata la mia piattaforma creativa per comunicare con il mondo.
I knew from an early age that I wanted to meet with all kinds of people and tell their stories. It wasn’t until I was studying journalism at University that I enrolled in photography and it was love at first photo. Since that day Photography has been my creative platform to communicate with the world.

Ci descrivi il tuo stile? Per chi scoprisse oggi i tuoi lavori segnalo gli scatti realizzati al Burning Man, il Festival di arte e musica ospitato nel Black Rock Desert in Nevada. Migliaia di persone si trasferiscono nel deserto per una settimana costruendo dal nulla una città che funziona con regole anarchiche e rigide insieme.
Can you describe your style?
Cerco la meraviglia, la grazia e la magia in tutti i giorni. Direi che il mio stile è fotogiornalistico con una natura lirica, una vena giocosa e misteriosa. Mi piace scattare a breve distanza dai soggetti, questo mi fa sentire parte dell’azione.
I am searching for the wonder, grace and magic in everyday life. I would say my style is photojournalistic with a lyrical nature, playful yet mysterious. I like to shoot close to my subjects; it makes me feel as though I am also part of the action.

Cosa ami di più del fotografare le persone?
What do you like about shooting people?
Mi piace conversare e circondarmi di persone. La mia macchina fotografica è uno strumento per esplorare e vivere il mondo incontrando personalità diverse lungo la strada.
I love conversing and being around people. My camera is a tool to explore and experience the world meeting many different personality along the way.

Ci racconti qualcosa di uno dei tuoi viaggi?
Would you tell us about one of your trips?
Se devo dire la verità ho amato tutti i miei viaggi. Viaggiare mi rinvigorisce. Dovendo sceglierne uno penso al Centro e Sud America a vent’anni. Fu un’avventura selvaggia, mi fece capire che il mondo può essere straordinario, surreale e meravigliosamente enigmatico. Mi ha anche aiutato a capire che la fotografia, nell’ambito della cultura e dei viaggi, era ciò che volevo fare.
I can honestly say that I have loved all of my travel journeys. I find Travel invigorating. If I had to talk about one it would be a journey I took through Central and South America in my early twenties. It was a wild adventure that taught me that the world can be amazing, surreal and beautifully enigmatic. It also made me realise that photographing culture and travel was what I wanted to do.

Qual’è il tuo lavoro preferito?
What is your favorite work and why?
Sea Dreaming. Ho iniziato questo progetto dopo la nascita della mia prima figlia, l’ho percepito come un mezzo per rivivere la mia infanzia. Le fotografie sono state realizzate nell’area costiera in cui sono cresciuta. Lo considero un lavoro molto personale capace di evocare i miei ricordi e i giochi sulla spiaggia.
Sea Dreaming. I began this project after the birth of my first daughter as a means to re-experience childhood. I photographed the series in the coastal area where I grew up. Therefore the work is very personal and conjures memories of my childhood and about the luring and enchanting playground of the beach.

Natalie, grazie per questa intervista. Ci consigli un film e un libro che ti hanno appassionato?
Natalie, thanks for this interview. Please recommend us a photographer and movie that thrill you.
Sì, un film da vedere è “Girl on the bridge” diretto da Patrice Leconte, mentre un libro da leggere “The Passion” di Jeanette Winterson.
Yes, one movie to see is “Girl on the bridge” directed by Patrice Leconte, one book to read “The Passion” by Jeanette Winterson.

Ringraziamo Natalie per l’intervista, vi consigliamo di visitare il suo sito: www.nataliegrono.com


Deianira Vitali

Da quando vivo a Roma, penso al cibo per buona parte della giornata. Abbandonati i cocktail serali, ho scoperto l'amore per lo Jagermeister. Il lavoro è solo una pausa tra le mie instancabili ricerche: arte, fotografia e grafica. E quando il sonno tarda ad arrivare, c'è sempre tempo per disegnare.

Commenti

commenti


RELATED POST