Si è tenuta mercoledì la cerimonia per l’anniversario dell’attentato di Nassirya, nel parco Schuster a Roma.
Il memoriale che qui sorge è una fallimentare composizione di 19 ‘menhir’ del noto scultore Giuseppe Spagnulo, in un percorso che non invita all’attraversamento nè alla contemplazione, bensì ha l’effetto di mantenere il visitatore a una distanza di timorosa riverenza. L’ellisse di travertino che lo cinge è un segno estraneo al contesto e in stridulo contrasto con le sculture; la polìcroma illuminazione priva infine di ogni sacralità il memoriale.
Con un concept simile, Carmody Groarke ha realizzato a Hyde Park, Londra, il memoriale per le vittime del 7 Luglio 2005. 52 stelae di acciaio, tante quante le vittime, sono raggruppate in 4 cluster, tanti quanti i luoghi degli attentati simultanei, in una composizione di estrema eleganza. I visitatori sono invitati ad attraversare il monumento, a leggere (e toccare) le iscrizioni in rilievo, a contemplare in questo ritaglio di assoluta quiete il ricordo delle vite scomparse. I progettisti, coinvolgendo l’artista Antony Gormley e i familiari delle vittime in ogni fase progettuale, sono riusciti nella loro missione: “trovare un elemento silente che suggerisca con eloquenza ciò che è inesprimibile”.
Luca Di Carlo
A 19 anni ho smesso di straziarmi su dilemmi esistenziali per iniziare a chiedermi: "può l'architettura essere poesia?". Adesso, che di anni ne ho 25, sono qui ogni settimana a condividere con voi le risposte che ho trovato (e quelle che ancora cerco)