Tuesday poison: Lucy Hardie


Quanti artisti vi ho presentato fino ad ora? Quante belle opere vi ho somministrato in questo anno insieme? Quanti martedì vi ho salvato dal caffè col tipo che ci prova da due anni e ancora non si rassegna al fatto che vi piacciono gli australiani con le spalle di Hulk e gli occhiali a specchio che rimettono in moto anche gli ormoni dormienti di una ottantenne? Ecco, anche oggi ci provo a salvarvi dalla pausa caffè portandovi a fare un giro in Australia (lo so che questo modo di scrivere l’ho ripreso da Zelda ma io e lei siamo due gocce d’acqua, due inseparabili anche nella vita reale), esattamente a Victoria dove è nata un’artista molto brava.

Lei si chiama Lucy Hardie e la sua ispirazione deriva dalla collezione di libri dei suoi genitori, in particolare è attratta da Grünewald, Repin e dalle illustrazioni di H. J. Ford e Ivan Bilibin, quest’ultimo famoso soprattutto per ave realizzato le copertine di libri di fiabe e racconti popolari.
Nel 2007 espone per la prima volta i suoi lavori nella Synergy Gallery di Melbourne, poi nel 2009 si trasferisce in Austria dove inizia una serie di collaborazioni con altri artisti e a sperimentare nuovi lavori con resina e tempera.
I suoi lavori, quelli realizzati in bianco e nero sembrano delle vecchie fotografie rubate, ricche di particolari ricamature, avvolgenti nei dettagli infiniti che si nascondono tra le forme, altre invece sembrano incubi di carta, dove la morte e l’oscurità penetrano nella superficie.
Le opere in cui trionfa il colore, quello del blu intenso o arancione spavaldo per esempio, invece lasciano meglio trasparire il suo surrealismo vivace, provocante e sensuale, un miscuglio geniale.
Velenoso direi, come il nostro martedì.

 

 


Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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