READING

Arte, simboli e scienza: Daniel Martin Diaz

Arte, simboli e scienza: Daniel Martin Diaz


Cos’altro si può riprendere ancora da qualche annetto addietro? La tecnica pittorica ad olio dei maestri come Jan Van Eyck e Albrecht Dürer potrebbe essere un’idea carina! Se associata a simboli e termini latini sparsi fra i disegni che ricordano quasi quelli fra le vetrate delle cattedrali gotiche si arriva allo stile di Daniel Martin Diaz, artista dell’Arizona.

Ha esibito i suoi lavori in tutto il mondo tramite collezioni o mostre personali e di gruppo, grazie anche alla collaborazione della moglie Paula Catherine Valencia, con cui ha fondato la band Blind Divine, la Mysticus Publishing, e il Sacred Machine Museum (sempre in Arizona). Vari tipi di opere, dai disegni/schizzi ai dipinti, passando dal tema religioso-esoterico dei primi quadri ad olio a quello scientifico-mistico della recente collezione di 128 pagine Soul Of Science.
Sincretismi fra religione, mitologia, simbologia e ora anche scienza (l’interesse si concentra in particolare sull’anatomia) costituiscono il metodo di ricerca di Diaz alle risposte sulle questioni universali: gli enigmi ed i misteri del sapere vengono indagati al microscopio, in una microscala che arriva fino alle generazioni cellulari.
Piace all’artista però anche l’idea del “non conoscere”, andando per semplice attrazione formale e necessità di espressione ad accostare alle immagini, testi in latino, serie numeriche e simboli presi da diversi ambiti. L’uomo è attirato da quello che non conosce (ancor più da quello che non può conoscere), ed il contenuto occulto di un disegno può essere molto più profondo di quanto sembri all’inizio, anche perchè analizzando un’opera ogni individuo fornisce spiegazioni e significati diversi alle stesse immagini.

 Diaz non è solo un artista avvolto da quest’aura a metà fra il sacro, il macabro e l’esoterico, ma anche un sostenitore dello sviluppo tecnologico-scientifico e del processo di crescita spirituale e di consapevolezza dell’uomo: nelle proprie opere (soprattutto in Soul Of Science si riscontrano le tracce sia di teorie filosofico-scientifiche sia di idee futuristiche. Tutto questo insieme di caratteristiche hanno fatto sì che venisse apprezzato da molti clienti di spicco (Warner Bros/Atlantic Records, Rolling Stones magazine, Juxtapoz magazine, EMI records, Spin magazine, giusto per citarne qualcuno) e scelto da band quali Good Charlotte, Mogwai e P.O.D. per degli artworks (cd-cover/stampe).

In ogni caso a mio avviso il lavoro più interessante non è tanto la serie di disegni e quadri con una limitata palette cromatica, cifre, parole in latino e simboli in ogni angolo, quanto un vero teschio umano decorato interamente con grafite, olio e cera dal nostro artista. Oggetto originariamente destinato ad esercitazioni di medicina a Prescott (Arizona), Diaz l’ha preso e riempito quasi “tatuando” l’osso con scritte e immagini ancora una volta simboliche, a dispetto di ogni ribrezzo o stranezza nel maneggiare un reale teschio di un uomo.
Interessante è anche il gioco di opposti (vita/morte come sempre è il più gettonato) che crea fra i due lati del cranio mentre la zona centrale è ricca di decorazioni che possono essere doppie o speculari a sè stesse(le mani ad esempio).

Se è vero che il cervello umano riesce a vedere anche quello che non è scritto, potete dare un’occhiata più approfondita alle opere alchemiche di Diaz, sul sito ufficiale, scoprendo magari che molti lavori, sarebbero calzati a pennello anche in Tuesday Poison, la nostra rubrica settimanale di Pop Surrealism e lowbrow.

 


Roberto Todone

Studio design industriale a Treviso nel tempo libero dei miei 20 anni. Per il resto sono fissato con l'esoterico, cerco messaggi nel mondo, parlo con persone.

Commenti

commenti


RELATED POST