Qualche settimana fa alla Choi&Lager Gallery di Colonia, in Germania, si è chiusa una personale di un’artista coreana che fa delle cose strepitose. Non dipinti, neanche disegni. Nemmeno Toys se a quello stavate pensando. Ma qualcosa di simile. Dopo il surrealismo romantico di Pat Perry della scorsa settimana che ha avuto grande seguito tra il nostro pubblico affezionato alla nostra rubrica di pop surrealism e low brow, in questa puntata di Tuesday poison vi porto a conoscere Yu Jinyoung.
Qualche cenno biografico tanto per iniziare. Yu Jinyoung è nata nel 1977 a Seul dove attualmente vive e i suoi studi li ha completati nel 2005 presso la Sungshin Women’s University di Seoul in Scultura.
Dal 2004 espone in diverse gallerie in Giappone e in Corea con personali e collettive che la portano a viaggiare in giro per il mondo: Francia, Svizzera, Stati Uniti.
La sua arte sono ovviamente le sculture, ma non delle sculture classiche, bensì a metà trasparenti, con delle parti invisibili all’occhio nudo ma esistenti.
Ciò che Yu Jinyoung veramente fa è mettere in luce il rapporto tra ciò che sta dentro con la realtà visibile ai fatti, le emozioni che non trapelano sulla pelle e il guscio che le protegge.
Che sia la nostra pelle o il materiale di cui sono fatte le sue sculture, PVC trasparente, la superficie e per Yu Jinyoung un mezzo che le consente di modellare le sue sensazioni e la sua creatività che si esprime attraverso i colori che usa per colorare i visi e talvolta anche le mani e i piedi delle sue meravigliose fanciulle.
Guardando le sue sculture mi viene da pensare a bambole colorate, imbronciate, qualcuna anche triste, sembrano essere state trasportate da un mondo lontano. Forse dimenticate da un burattinaio incosciente.
Lascio a voi giudicare la sua arte, il suo surrealismo trasparente.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!