Le sue fotografie sono state definite “manipolatrici, sconvolgentemente ambidue e perverse”. Quando la sua serie “I Am a Camera”, con protagonisti i suoi due bambini, è stata esposta a Londra, la polizia ha imposto di smontare l’esposizione.
Per tutti i nostri lettori che aspettano una dose rivitalizzante di Fotografia Contemporanea ecco le immagini di Tierney Gearon, personali, innocenti e pure.
Nata ad Atlanta, nel 1963, Tierney Gearon è un’acclamata fotografa contemporanea. Ha ottenuto un elevato successo di critica e di pubblico per il suo stile intenso e colorato. Premiata con importanti riconoscimenti per le sue immagini di potente impatto visivo, Tierney non si è accostata alla fotografia in maniera tradizionale. Lo scopo della sua vita era sempre stato quello di diventare madre. Dopo essere stata modella e commercial photographer per anni, il suo matrimonio è misaremente fallito. Così, da allora ha rivolto l’obiettivo della sua fotocamera sulla sua famiglia. Scattando durante varie gite con la sua famiglia in giro per il mondo fu scoperta da Charles Saatchi dell’omonima galleria di Londra. E’ lui che la lancia sotto i riflettori dell’arte contemporanea nel 2001 quando il suo lavoro viene inserito nel progetto della Saatchi Gallery “I Am A Camera”. Il suo lavoro diventa una controversa ma sensazionale scoperta.
I progetti “The Mother Project” e “Daddy, Where are you” sono entrambi caratterizzati da un intimo sguardo sulle relazioni familiari dell’artista, in particolare su sua madre, affetta da problemi mentali. La fotografa non solo cattura la nuda intensità del loro rapporto ma celebra anche lo spirito libero della donna.
Il suo lavoro è stato esibito in svariate eminenti gallerie del mondo e importanti musei, tra cui: Gagosian Gallery, Yossi Milo, Ace Gallery, The Parrish Art Museum, e la Scottish National Portrait Gallery.
Il suo lavoro più recente, una pubblicazione di 24 pagine dedicata a 13 donne vincitrici di Oscar, intitolato “Holliwood Heroines“, è stato pubblicato con il New York Times magazine.
Nel 2009 Tierney Gearon spinge più in là la sua fotografia: realizza un progetto in doppia esposizione, producendo una serie di scatti in pellicola che suggeriscono incredibili narrazioni in uno stile del tutto innovativo. “Explosure”, il titolo del progetto, è caratterizzato da un’estetica suggestiva e introspettiva. I colori sono accesi ma la luce è opaca, quasi vintage. La composizione, evidentemente ricercata, è realizzata attraverso associazioni o contrasti di tipo cromatico o tematico e, a volte, entrambi i fattori contribuiscono alla tecnica narrativa.
La partecipazione emotiva dell’artista è velata dall’imperturbabile racconto di un universo onirico. Accade che lo spettatore si lasci proiettare in una storia di quotidianità infantile, naturale ed istintiva. Explosure è un diario dell’anima, discreto ed esuberante al tempo stesso, in linea con il controsenso tipico di ogni interiorità.
Dalla serie: Explosure
Stefano Gizzi
A volte cerco di ricordare a quando possa risalire il primo fotogramma della mia esistenza, ma non sono mai riuscito a trovare un punto d’inizio. Perché da che ne ho memoria la fotografia ha sempre fatto parte di me.