READING

Quale mondo: L’unica scelta è la nostra.

Quale mondo: L’unica scelta è la nostra.


 Non faremo pubblicità con omosessuali, perchè a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purchè non infastidiscano gli altri.

Le dichiarazioni del presidente della Barilla non solo hanno fatto il giro del mondo, ma hanno anche scatenato una bufera mediatica cavalcata soprattutto dai principali concorrenti del celebre marchio italiano ( “A casa Buitoni c’è posto per tutti“), e, nonostante l’ennesimo atteggiamento intransigente e poco rispettoso nei confronti dell’altro, che in realtà altro e diverso non è, le statistiche raccontano di un vero e proprio processo di “normalizzazione etica” grazie al quale l’ omosessualità in Italia ormai non sarebbe più un tabù.
Io non lo so se è così, non so se davvero solo l’1,3 % degli italiani mostra apertamente un atteggiamento di disapprovazione nei confronti di diversi costumi sessuali, so però che solo poco più di un mese fa un quattordicenne romano si è suicidato per motivi, come ha spiegato in una lettera al padre, legati alla sua omosessualità.
Credo che la questione sia davvero troppo delicata e profonda e particolare per entrarci in merito, però io una mio opinione a riguardo me la sono fatta: l’amore ci salva.
Non c’è niente da dire, niente da fare, bisogna solo arrendersi a questo piccolo e non trascurabile dettaglio: l’amore ci salva.
Che sia per il proprio cane, per la propria nonna, per la pizza o per un libro, l’amore è l’unica forza in grado di stenderci al tappeto e poi di sollevarci quasi fino a volare; è l’unico sentimento che ci accende e ci anima e ci infiamma, che ci fa sentire vivi insomma. E’ l’energia che ci farebbe scalare montagne e attraversare oceani a nuoto, è qualcosa di così enigmatico e incomprensibile che i poeti, dopo secoli, una definizione ancora mica l’hanno trovata; pagine e pagine e fiumi di inchiostro per quello che è nascosto in un muscolo grande quanto un pugno.
E allora cosa conta chi si ama? Allora cosa importa se ci piace un corpo simile al nostro o se quello che ci rende felici per alcuni non è “tradizionale”?
Chi sono gli altri per dirci cosa siamo?
Perchè imprivvisamente tutti si sono dimenticati della libertà e del diritto che ciascuno di noi ha di fare quello che vuole, quando vuole, con chi vuole.
Lo scrive anche uno dei miei autori preferiti:

Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santi o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi. A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro. Oppure possiamo scegliere da noi.

E poi, caro dottor Barilla, quante famiglie ancora, nonostante la presenza di un uomo e di una donna, possono dirsi tradizionali?
E  Antonio Banderas che fissa intensamente negli occhi una gallina cos’ha di così reale?

 


Alice Innocenti

Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".

Commenti

commenti


RELATED POST