Le notizie troppo chiacchierate, credo ormai l’abbiate capito, non ci piacciono proprio. Ma capita, alle volte, quando ne vale davvero la pena, di chiudere un occhio e oltrepassare la regola.
Camille Seaman non è di certo una fotografa emergente o un’artista novella; americana, classe 1969 figlia di un nativo americano della tribù dei Shinnecock e di una donna afroamericana. Ha collaborato e pubblicato su diverse riviste mondiali del calibro di Nation Geographic o di German Geo, incantando tutti con i suoi capolavori.
La Seaman si sofferma sulle trasformazioni del paesggio, cercando di sensibilizzare l’uomo sui problemi ambientali e focalizzando la sua attenzione su iceberg e paesaggi glaciali.
Dieci anni trascorsi tra viaggi in artide e antartide, iniziati con una spedizione su un m/v polar star che hanno garantito un “bottino di guerra” oltre le aspettative, fatto di immagini emozionanti e paesaggi meravigliosi.
La serie The Last Iceberg ispirato alla frase “All things move toward their end” della canzone Song Of Joy di Nick Cave è un incredibile viaggio verso la vita degli iceberg del polo, che assumono una vera e propria identità personale fatta di luci, colori e forme.
La crosta si fa pelle, forgiandosi di cicatrici che rievocano traumi personali sconosciuti ai più, in un continuo mutare di forme e colori che scaldano il cuore e l’anima.
Gli iceberg, con la loro massiccia presenza, si ergono a esseri umani, diretti verso la fine di un ciclo e ritratti come una familiare foto ricordo, da guardare con attenzione a distanza di anni.
Il tutto condito dallo sguardo personale della fotografa, che non dimentica di sottolineare che nei suoi lavori la post produzione è ridotta ai minimi livelli.
Fotografo tutto quello che mi interessa, incuriosisce, meraviglia e stupisce.
Gli iceberg sono stoici, masse incandescenti di tempo e d’esperienza. Qui in Antartico, al cospetto dell’Ultimo Iceberg, ho trovato il mio pianeta.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.