Dopo Elio Varuna, con l’artista che ho scelto per questa puntata di Tuesday poison ce ne torniamo in California, a sognare le fantastiche spiagge di Santa Monica, i surfisti tutte spalle e le palme allineate. Ma soprattutto le belle gallerie d’arte dove espongono artisti che prima o poi finiscono anche da noi.
Ecco, l’artista di oggi è una di quelle on cui mi piacerebbe scambiare due chiacchiere quando andrò in California tra qualche mese e attirerò le vostre maledizioni perché starete in ufficio ad obbedire al capo. Sì, mi divertirò anche per voi a cercare le gallerie e gli studi dei tatuatori più famosi di Los Angeles, ci potete scommettere.
Bando alle ciance. Cari miei lettori oggi è la vota di Audrey Kawasaki, un’artista nata a Los Angeles (dove ancora vive) nel 1982, ha studiato al Pratt Institute di New York City e dal 2006 infiamma le gallerie californiane con mostre personali e collettive da paura.
Ho letto da qualche parte che ha disegnato la copertina dell’album For Lovers, Dreamers & Me di Alice Smith e di tanto in tanto alcune riviste di settore le dedicano qualche articolo o la copertina come ha fatto Hi Fructose nel numero 25 di quest’anno.
La tecnica di Audrey Kawasaki è la pittura ad olio su pannelli di legno, una tecnica che le consente di creare delle fantastiche creature un po’ manga, per via della sensualità intrinseca delle sue donne, e un po’ affini all’Art Nouveau, per le ricamature eccezionali che conferiscono alle sue opere un tocco di classe.
Il tutto però poi viene poi arricchito con una vena pop surrealista, un miscuglio perfetto tra i colori con cui dà luce al supporto e soprattutto la minuziosità dei dettagli che accompagnano le sue belle fanciulle, tra cui funghi, pesci e rami di alberi che si insinuano tra i capelli, i quali ci conducono in un mondo onirico, malinconico e surreale appunto.
Magari inserisco un’intervista a lei nella mia lista delle cose da fare quando sarò a Los Angelese, voi che ne dite?
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!