La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano l’universo, la terra, il proprio corpo, di rifiutare l’insegnamento calato dall’alto, in una parola Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede.
Dedico questa puntata di Domenica in strada ad una donna eccezionale, una che amava le stelle più di me e che sono sicura apprezzerà questa mia dedica. Questa è per te Margherita Hack (1922 – 2013)
L’artista che ho scelto per questo appuntamento della domenica è un ragazzo italiano che ho avuto il piacere e l’onore di conosere tra una pennellata ed un’altra qualche estate fa a Roma grazie ai miei amici di Laszlo Biro, i quali lo avevano invitato nella loro ultima giornata del Summersplash Extravaganza del 2011.
Miei cari lettori sto parlando di Run, un artista autodidatta che dal 1994 se ne va in giro a colorare il mondo.
La sua carriera come street artist ha inizio tra Firenze ed Ancona per poi spostarsi anche in altre città italiane come Roma dove si diverte a realizzare opere di grandi dimensioni su strutture abbandonate e centri sociali come lo Strike a Portonaccio, una vera officina per molti artisti come lui.
Determinante è stato il contatto con Blu, Dem e Ericailcane, due pilastri della street art made in Italy, i migliori secondo alcuni, con i quali ha creato opere supermegagalattiche in giro per l’Italia.
È ormai un assiduo frequentatore di festival di street art, molto apprezzato anche all’estero, mi hanno detto che vive a Londra dal 2007.
Nutrendo una sorta di repulsione per le opere commissionate da grandi brand come avviene invece spesso per molti altri artisti, Run si diverte a dipingere in periferia, con i suoi rulli e pennelli invade i sobborghi e le strade per dare vita alle sue supermega figure, suscitando curiosità non solo per le dimensioni ma anche per la mescolatura dei colori che riesce a dare slancio ai suoi personaggi multiculturali, primitivi, sognatori, tra le nuvole a cercare le stelle. Come Margherita.
Buona domenica!
Zelda
Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.