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L’erotismo emotivo di Mustafa Sabbagh

L’erotismo emotivo di Mustafa Sabbagh


Il corpo umano, quello bello perché imperfetto, consacrato in momenti di forte impulso emotivo.
L’opera d’arte come manifestazione dell’io tenero e violento. La fotografia di Mustafa Sabbagh sprigiona erotismo surreale. Tale perché fuori dall’ordinaria percezione visiva ma anche e soprattutto perché si rivela inaspettatamente erotico.

Non semplice fotografia di moda ma l’esaltazione del corpo e della pelle, concepita in un’ estetica che proviene dall’intimità.
Sabbagh vuole incidere sulle proprie creazioni, lontano dalle convenzioni della fotografia da copertina. Vuole qualcosa che superi la forma e che si compia nello spirito, lo trova nel rapporto incondizionato che instaura col soggetto, di fiducia e confidenza.

In una dimensione luministica onirica il corpo è al limite della compostezza. Nella controversa stravaganza della posa (anti)plastica, la fotografia di Mustafa Sabbagh agisce d’istinto.
Scatti unici che sono composizioni da analizzare. La potenza figurativa che ne scaturisce attira e immobilizza l’osservatore. Egli riflettere a lungo, in un’inspiegabile attrazione verso il bello non convenzionale, supera presto l’impatto dell’illeggibilità e non trova appagamento.
Perché nel suo universo visuale tutto resta ambiguo, nei ritratti come nei paesaggi. Ma nell’ambiguità Sabbagh opera il suo processo di purificazione, che ricalca l’intimità dell’altro nel suo concetto più esteso. Infatti egli ama i difetti dell’altro: è cantore della diversità, dell’imperfezione caratterizzante che conferisce il grado di bellezza audace, che mette a disagio.

I suoi dittici di paesaggio e figura umana vivono di associazioni gentili e silenziose, puramente ideali.
E nei ritratti singoli la maschera regala al fotografo l’occasione per appropriarsi della nuda sincerità del soggetto, ma anche di essere la guida rassicurante che adopera delicatamente la vulnerabilità dell’altro.
Il soggetto mascherato rinuncia al consueto rapportarsi con la realtà, per lui non esistono più barriere né tabù e Sabbagh lo trascina in uno spazio emozionale che diventa impressionabile fotograficamente, quindi anche tangibile, sensibile.
Nella loro normale serietà i soggetti di Sabbagh sembrano percorsi da un brivido. Un impeto selvaggio si manifesta in una dimensione di calma incantevole.
I sensi sono in tensione, si avverte l’odore della pelle, si può respirare quell’intima bellezza e anche goderne.

Il risultato supera la fotografia: è il compimento artistico dell’emozione che diventa installazione e il mezzo fotografico è per Musafa Sabbagh lo strumento adatto per realizzare un’opera d’arte complessa e viva. Che dica la verità anche nella finzione.

 

Ogni uomo è meno se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità.
Oscar Wilde

A gennaio 2013 Sky ARTE HD dedica a Mustafa Sabbagh il documentario-intervista “About Skin”

SKY ARTE HD documentario : mustafa sabbagh from mustafa sabbagh on Vimeo.


Stefano Gizzi

A volte cerco di ricordare a quando possa risalire il primo fotogramma della mia esistenza, ma non sono mai riuscito a trovare un punto d’inizio. Perché da che ne ho memoria la fotografia ha sempre fatto parte di me.

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