Sapete che tra una settimana la nostra rubrica compie un anno? Secondo me neanche il nostro Grande Capo se ne era ricordato, lui che è sempre pieno di post it con le scadenza in giro nel suo studio con vista su piscina e forno dove sua madre delizia noi della redazione con ottime cene e pranzi favolosi. Ecco, nemmeno lui che è così preciso e scassa cavoli se ne era ricordato, già me lo immagino con gli occhi spalancati che dicono: porcocane è vero!!! Invece di invocare questo essere mitologico dalle forme inconsuete dovrebbe almeno invitarmi a cena o regalarmi un anno di Juxtapoz, giusto?
Un regalo ve lo faccio io, senza aspettare sua eccellenza Editor in Chief e così in occasione di questo pre-compleanno della nostra rubrica voglio regalarvi un artista bravissimo, coloratissimo e tenerissimo, il quale ama disegnare su qualsiasi superficie. Sto parlando di Wilmer Murillo, un giovane di Tegucigalpa, Honduras, un UX designer di giorno e un creative designer e illustratore di notte.
Nel suo curriculum vanta la partecipazione a mostre personali e collettive, tra cui anche due in Italia, a Milano nel 2012 e una a Cagliari nel 2011 per il Circo Volante, un festival di circo per bambini.
Non si può parlare di un unico stile, non è di sicuro un artista monotematico eppure c’è qualcosa che unisce quelle due caratteristiche, se mi consentite la parola, che rendono Wilmer Murillo un artista davvero interessante, ovvero quel suo destreggiarsi tra delle bizzarre figure colorate, simili a dei robot usciti un po’ male o forse dei tribali divertenti e quelle caricature graziose, grottesche, surreali di uomini e animali un pò imbronciati e sognatori che volano in aria, una fucina di fantastiche creature in cui trionfa l’uso smodato dei colori di cui l’artista dispone nel suo immaginario creativo. La sequenza di immagini che ho scelto come supporto al pezzo dicono molto più delle mie stesse parole, forse non adatte a spiegare la sua bravura.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!