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Domenica in strada: Dran e la street art di carton...

Domenica in strada: Dran e la street art di cartone


Sapete voi cos’è la Parada de l’Amor? Avanti datemi una risposta. No, non è una Gay Pride che si fa a Barcellona. No, nemmeno una telenovela sudamericana. No, non è l’ultimo partito di Cicciolina. Lo sapevo, devo dirvi sempre tutto. La Parada de l’Amor è un posto per tutte le coppiette che vogliono appartarsi. In fondo perché sprecare tempo nel cercare parcheggio, salire le scale, prendere l’ascensore, chi ce l’ha, aprire la porta di casa, controllare che non ci sia nessuno, nemmeno il nonno seduto sulla poltrona che sbava davanti alla televisione, chiudere la porta e le serrande per non farsi vedere dalla vicina sempre piazzata sul balcone come un cecchino, spogliarsi e cercare di non fare troppo rumore, perché sprecare tempo e energie e appetito sessuale se c’è un posto dove ci sono tante altre coppie che ci vanno appositamente per lo stesso motivo, coperti da tende azzurre e chi sta all’entrata ti fornisce anche di preservativo nel caso in cui non lo avessi con un pedaggio di 2,50 all’ora? Non sto scherzando, esiste davvero un posto chiamato La Parada de l’Amor o Paro dell’Amore e si trova vicino a Pozzuoli, è gestito da due fratelli di Napoli poco più che trentenni, diciamo due imprenditori dell’amore, stanchi di aspettare l’ennesima chiamata dell’ufficio di collocamento (esiste ancora?). Quando si dice l’ingegno napoletano!

Oggi però, a parte La Parada dell’Amor, vorrei farvi conoscere un artista francese che alcuni critici hanno definito il Banksy della street art francese. L’artista di oggi si chiama Dran ed è originario di Tolosa, disegna su cartoni che poi affigge sui muri delle città e la sua street art è per alcuni aspetti molto simile a quella del suo collega famoso di Bristol per la sua vena invettiva, basta vedere i suoi lavori tanto per capire la similitudine ma anche le differenze stilistiche.
Dran indaga gli aspetti della quotidianità, il rapporto dell’individuo con la società, con la collettività e il potere e lo fa attraverso uno spiccato senso umoristico che trapela con i suoi personaggi, molto spesso dei bambini, i quali si prestano al suo gioco di messaggi da decodificare.
L’artista riesce così a portare alla luce la naturalezza, la spontaneità e l’ingenuità dell’immaginario dei bambini, i quali domandandosi sul significato di alcune parole con cui vengono bombardati quotidianamente come soppressione e controllo, rivelano invece la creatività cromatica dell’artista e la sua critica rivolta al mondo contemporaneo, alle sue congetture e ai suoi limiti.
Un bambino un po’ cresciuto che si diverte con i colori. Questo è Dran.
Buona domenica!


Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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