Situazione: una signora di mezza età inoltrata si avvicina sabato scorso in occasione della cotta pubblica della Spring Beer Festival Celebration American Wheat, in compagnia del marito.
- Lei: “Buongiorno, mi sa dire dove posso comprare queste cose che state usando per fare la birra in casa?”
- Io: “Salve, guardi è abbastanza semplice trovare materiale ed ingredienti online oppure in un paio di negozi in città. Che birra aveva intenzione di fare?”
- Lei: “Un’IPA abbastanza luppolata”. BAM!
Pare sempre più in voga il connubio Birra Artigianale : Birra amara e luppolata, tanto che facilmente si rischia di fare confusione e scombinare le carte in tavola. La tendenza del momento punta insistentemente a ricercare l’estremo, quasi che una qualunque altra birra, semplicemente diversa e magari perfettamente armonica ed equilibrata, venga abbondantemente snobbata dal C.F.A.T. (“Consorzio dei feticisti dell’amaro tagliente”). Il discorso in realtà è molto semplice e si risolve come al solito, c’è birra e birra. Quindi per me potete bervi anche unicamente la birra alla cacca di zibellino, basta che teniate le idee chiare sui corretti orizzonti della Birra Artigianale.
Mettiamo quindi un po’ di puntini sulle “i”, riscoprendo le origini delle India Pale Ale.
Regno Unito, seconda metà del 1700: il mercato delle Colonie indiane diventa ogni giorno più interessante e consistente. Data la sempre maggiore presenza di sudditi inglesi bramosi di birra casalinga viene dato inizio alle prime spedizioni di birra dalla madrepatria. I viaggi tuttavia, molto lunghi (dai 3 ai 5 mesi) e accidentati (le navi giungevano tra marzo e maggio, prima che arrivassero i monsoni, quando la temperatura arrivava già ai 30 °C) avevano effetti deleteri per le classiche Porter, Stout e Brown ale particolarmente in voga in quel periodo. Dopo alcuni anni di scarsi risultati e di esportazioni in recessione (la birra perveniva sempre con un sapore acidulo marcato) un certo George Hodgson della Bow Brewery di Londra provò a cambiare prospettiva, decidendo di intervenire sulla ricetta della birra anzi che sul metodo di conservazione della stessa durante il trasporto. Prese cosi la sua classica Pale Ale (nonostante il colore ramato, lo stile venne definito “pallido” perché le scoperte in campo industriale avevano permesso di ottenere una maltazione che non bruciava il cereale, come avveniva per le altre birre scure allora prodotte, rendendo questa birra più chiara rispetto alle altre) prodotta già dal 1750, aumentandone il contenuto alcolico e la quantità di luppoli, in modo da rendere il prodotto più possibile sterile dalle infezioni e più conservabile nel lungo viaggio. Ne venne fuori un incredibile successo commerciale, che consentì ad Hodgson di controllare in solitario il mercato della birra nelle colonie inglesi a partire dal 1790.
Il dominio incontrastato della India Pale Ale di Hodgson durò, di fatto, sino agli anni ’20 del 1800. Si narra che il Direttore della Compagnia delle Indie, Mr. Marjoribanks, stufo delle tattiche commerciali scorrette condotte da parte di Hodgson, consegnò una bottiglia della sua birra a Samuel Allsopp (Allsopp Brewery), dopo averlo informato delle possibilità di guadagno nel traffico di birra nel continente, soprattutto dopo la chiusura del proficuo commercio baltico, bloccato dalle le guerre napoleoniche del 1807. Nel 1822 lo stesso Allsopp irrompeva con una copia della ale di Hodgson – ancora più chiara e luppolata della precedente – e nello stesso modo procedevano altri due birrifici di Burton-on-Trent, the Salt e Bass Brewery. Il segreto dei birrai di Burton era un ingrediente insospettabile: L’acqua. Le alte concentrazioni di solfati in questa zona infatti, superiori di circa sette volte quelli delle acque di Londra, rendevano la birra ancora più pallida, influendo inoltre sull’amaro conferito dal luppolo, rendendolo più tagliente.
Fino al 1827 le nuove India Pale Ale erano esclusivamente destinate all’esportazione. In questo anno, in occasione del naufragio di una nave carica di birra al largo delle coste irlandesi, diretta alle colonie di Sua Maestà, anche i locali venivano informati del fatto che ebbe grande riflesso mediatico, rivelando la India Pale Ale per la prima volta agli occhi di tutti. Questa diventò in breve un successo anche in patria, apprezzata a Liverpool, poi a Londra e in tutto il Regno Unito per il carattere rinfrescante, il gusto amaro e il colore pallido, che nettamente si staccava dalle peculiarità delle birre scure e tostate sino ad allora consumate.
Umberto Calabria
Umberto (JJ) Calabria - Jungle Juice Brewing, autistico della birra e ancora "homebrewer" della domenica. "Liutaio" del sabato pomeriggio se ci scappa. Laureato e lavoratore per errore il resto della settimana. Curioso come una scimmia, sempre.