Di nuovo domenica, tante cose da fare o da non fare, c’è chi non sa se organizzare una scampagnata approfittando del bel tempo (dove c’è), chi rimane a letto a dormire fino a tardi dopo aver bisbocciato tutta la notte, chi prepara un pranzo lunghissimo per impressionare la suocera scassaminghia, chi rinnova il guardaroba battendo tutti i negozi dei centri commerciali e chi invece inizia il suo viaggio nella selva oscura che poi finirà nei compiti in classe di ogni italiano e non solo. Ecco, proprio così,il 7 aprile del 1300 Dante Alighieri si immergeva nella scrittura del suo componimento più lungo e più famoso, un regalo alla storia dell’umanità che, diciamocelo, qualche volta è finito nella scatola degli incubi di tutti noi poveri studenti che qualche volta abbiamo pensato che forse era meglio se Beatrice ogni tanto si concedeva, anziché farsi desiderare così a lungo imponendo a noi le pene del suo amato famoso e bestemmiato.
“Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” quindi, seguendo il consiglio di Dante oggi vi porto a conoscere un’artista bravissima, suggeritami dal mio amico e collega Mike (Michele Ponzelli).
L’artista di questa domenica si chiama Sheryo, vive a Brooklyn ma è originaria di Singapore dove ha iniziato a muoversi nel mondo della street art, il suo percorso è poi continuato in altri territori, i suoi lavori sono stati avvistati anche a Los Angeles, Miami e Cambogia.
Shyro disegna sia in bianco e nero che a colori, non ha limiti nella scala cromatica e questo la rende un’artista eclettica, molto audace nel portare sui muri la sua creatività anche a grandi dimensioni.
Cosa sono le sue creature se non dei personaggi un po’ strambi direi, divertenti nei loro connotati non definiti; direi anche che assomigliano a degli esseri mitologici o forse a delle caricature a metà tra esseri umani e soggetti inanimati ma che parlano e sorridono nella loro stravaganza.
La cultura orientale ha un peso evidente nella sua produzione sia sui muri che nelle illustrazioni, dove draghi improbabili e donne con le tette prorompenti distribuiscono sorrisi senza pensarci troppo.
Buona domenica!
Zelda
Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.