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Mi chiamo Dalia Del Bue, ho 28 anni e ho iniziato a dedicarmi alla pittura e all’illustrazione da circa dieci anni. Vivo e lavoro a Torino, dove condivido lo studio con altri due illustratori e artisti, Anna Ippolito e Marzio Zorio, e con la Van Der Gallery di Stefano Riba.
Come hai imparato a “disegnare”?
Disegno sin da piccola, ricordo di aver iniziato molto presto a prendere spunto e a cercare di impegnarmi a copiare immagini dei cartoni animati o dei fumetti che mi piacevano. Durante il liceo ho sempre continuato a disegnare, soprattutto sui banchi e sui margini di libri e di quaderni, intanto ho iniziato a fare delle copie di fotografie e dal vero, cosa fondamentale che ho continuato a fare con migliori risultati durante gli anni d’Accademia.
24 ore, qual è la TUA ora e perché?
Credo che la mia ora sia quella che riesco a ritagliarmi al mattino o dopo pranzo, quando vado al bar a prendere un caffè e, sfogliando il giornale, di solito iniziano a venirmi in mente delle idee sulle quali lavorare. Me le appunto, e ogni tanto ne esce qualcosa di buono!
Immagina un foglio bianco, qual è il processo creativo che segui?
Faccio prima uno schizzo, accompagnato spesso da degli appunti su chi siano e cosa stiano facendo i personaggi del mio disegno. Cerco delle immagini su dei libri o giornali alle quali ispirarmi per avere un’idea delle parti del disegno che desidero più fedeli al reale. Poi inizia il momento che preferisco, in cui prendo un altro foglio e inizio il disegno definitivo, seguendo le idee che ho raccolto.
Solitamente disegni prima su carta oppure elabori tutto direttamente su pc?
Di solito disegno su carta, usando il pc solo per dei piccoli accorgimenti una volta che il disegno è finito.
Momento marzullesco: fatti una domanda e datti una risposta
Ah ah, mi domanderò cosa e che autori mi hanno ispirato e mi piacciono, perché sono cose delle quali provo gusto a parlare! Per me è stato fondamentale leggere l’opera di Fernando Pessoa, in particolare “Il libro dell’inquietudine di Bernardo Soares”, di Tabucchi, di Italo Calvino, di Dino Buzzati, “Maus” di Spiegelman e i fumetti di reportage di Joe Sacco. Per quanto riguarda la pittura e l’illustrazione invece, non finirò mai di guardare al lavoro di Leonardo Cremonini, soprattutto per l’uso del colore e la sua poetica per me molto evocativa, a quello di Lorenzo Mattotti, di Francesca Ghermandi e al segno raffinatissimo di Gabriella Giandelli. Ammiro moltissimo disegnatori satirici come Riccardo Mannelli, Fabio Magnasciutti, Marilena Nardi e Mauro Biani. Per me è stato inoltre fondamentale crescere con uno zio pittore, Gianni Del Bue, che mi ha passato il gusto per una poetica di sospensione e di realismo magico e non smette mai di darmi consigli preziosi per il mio lavoro.
Un illustratore che ci consigli di tener d’occhio?
Ce ne sono molti, ti consiglierei Lucio Villani, Daniele Catalli, Luca Galvani, Moisi Guga…
Final Bonus Question: Nei tuoi lavori è impossibile non notare la presenza imponente di animali di tutte le specie che spesso donano la loro testa a corpi umani. E’ l’uomo che nei suoi gesti di ira e scelleratezza, si mostra attraverso l’istinto animale che è in lui o è la voglia di fare in modo che l’uomo somigli a un animale molto meno “animale” di lui?
In alcuni lavori attribuisco all’animale caratteristiche umane, come possono essere la malinconia e il senso di nostalgia di uno scoiattolo di città che vorrebbe fare ritorno al suo bosco. Altre volte scelgo di utilizzare un animale in chiave allegorica, come un maiale, un corvo o un avvoltoio per impersonare biechi uomini di potere. Ultimamente mi piace rendere questo gioco più ambiguo, oltre che più grottesco, facendo indossare alle figure umane maschere animali, piene di cuciture e toppe, e facendole convivere con uomini a capo scoperto o truccati.
Ringraziamo Dalia per la sua disponibilità e vi invitiamo a visitare il suo blog: http://daliadelbue.blogspot.it/
Marta Latini
Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...