Domenica in strada: Mr Wany


Il 10 Marzo 1876 Alexander Graham Bell effettua con successo la prima chiamata telefonica.
Pensateci, un secolo e mezzo fa uno scienziato canadese nato a Edimburgo ha fatto la prima telefonata nella storia del telefono. Secondo voi chi avrà chiamato? Forse non sua moglie e nemmeno sua madre perché purtroppo erano entrambe sorde, magari avrà chiamato uno dei suoi migliori amici. Comunque sia dalla mia ricerca su Bell (da lui deriva la misurazione in Bell e decibel) emerge che, nonostante il suo brillante successo con la telefonia, non abbia mai voluto avere un telefono in casa. Alexander Graham Bell era così rivoluzionario da rifiutare la sua stessa invenzione. Ognuno di noi avrà quasi di sicuro un telefono fisso a casa, un cellulare di ultima generazione che sembra una discoteca quando suona e 3 nel cassetto che non utilizziamo più ormai dallo scorso secolo e colui che ha fatto la prima chiamata della storia dell’umanità non voleva averne nemmeno uno. Adoro gli scienziati e a questo punto credo che mia madre sia la sua reincarnazione.
Telefonia a parte, anche perché Bell è stato l’inventore di molte altre diavolerie sonore, oggi vorrei parlarvi di un altro personaggio famoso, uno street artist nostrano: Mr Wany.
L’artista di oggi, al secolo Andrea Sergio, è nato a Brindisi nel 1978 e come molti altri street artist del suo calibro ha iniziato presto con graffiti e writing, negli anni novanta quando era poco più che adolescente. Nella sua formazione artistica si annoverano il diploma di Liceo Artistico e la specializzazione alla Scuola Internazionale di Comics di Roma, trampolino di lancio per la sua carriera di Art Director per la Dynit, una casa editrica di cartoon e fumetti giapponesi molto famosa.
Ma è in strada che ci piace vedere il suo talento, è proprio là che la sua creatività si scatena, mescolando i colori e le forme come un cocktail fantastico.
I suoi lavori sembrano delle pagine strappate da un giornale, da una storia di un fumetto, da un romanzo moderno dove i personaggi si lasciano rappresentare nella loro fluida quotidianità che divide sogni e realtà. Un po’ onirici e un po’ deformati le sue creature sono forgiate con colori e tonalità forti, come un cartone animato che dalla televisione si trasferisce in strada e si insidia tra le grigie pareti di un palazzo di una città qualsiasi per regalarci un po’ di allegria cromatica.
Buona domenica!


Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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