Che fine fanno gli oggetti difettosi prodotti in fabbrica (e non solo) e uno di quei quesiti a cui ho sempre cercato di dare una risposta senza mai effettivamente trovarne una sensata.
Mia madre fino a pochi anni fa, aveva un laboratorio artigianale di ceramica e percellana. Viaggiava spesso verso Deruta (considerata la patria della ceramica), comprava argilla e realizzava lei stessa gli oggetti da decorare.
Spesso si imbatteva in pezzi fallati o cotture in forno riuscite male. Eventi, che frustravano la sua (e di rimando anche la mia) giornata, dandole quel senso di sconforto tipico di chi lavora tanto, producendo un magro raccolto.
Per non parlare dei costi di smalitimento dei pezzi difettosi. Un delirio senza precedenti che meriterebbe una discussione a parte.
Discussione aperta (e risolta) da Maddalena Vantaggi, classe 1981 artista creativa madre del progetto di(af)fetti.
Di(af)fetti come è facilmente immaginabile, altro non è che che il connubbio tra le parola “affetti” e “difetti“. Più che una semplice composizione linguistica però, il progetto è un concentrato di innovazione, ecologia, riciclo creativo, amore per l’ambiente, capacità di realizzare oggetti di design volti sì alla bellezza ma anche e soprattutto ad un messaggio concettuale.
Il difetto diventa così l’elemento principe dell’oggetto, intorno al quale si sviluppa tutta la capacità dell’artista di rendere amabile qualcosa che per sua stessa natura è considerato errato, sbagliato, non ammissibile.
Individuate delle tipologie di difetti, Maddalena ha realizzato dei concept grafici da applicare agli oggetti trasformando di fatto l’imperfezione in un geniale segno decorativo e dimostrando ancora una volta che design, creatività e sostenibilità vanno sempre a braccetto.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.