Tutte le cose sono maledettamente difficili, tutte le cose belle, ovviamente.
Quelle che ti fanno sognare, palpitare, quelle che la mattina ringrazi che esistano, quelle che ti costringono a uscire dalle coperte e a sorridere anche se non vorresti; quelle davanti alle quali proprio non puoi nasconderti.
Forse è quello che ci serve, forse abbiamo bisogno di essere lì, sul filo della perdita, sempre con la paura che quello che c’è potrebbe anche non esserci più; forse le cose più forti che proviamo sono quelle di cui non c’è certezza, forse proprio per questo sono così sorprendenti e devastanti e uniche.
O forse no.
Non lo so.
E allora puoi solo scegliere se andartene o restare.
E io ho scelto: io resto.
E non fino all’ultimo pezzo di noi, come qualcuno ha scritto, io resterò fino alla cenere, io resterò anche se tutto un giorno sarà sommerso e dovrò scavare per trovare quello che c’era; io resterò anche se tutto diventerà nero e cercherò l’arcobaleno per far tornare i colori.
Resterò, sempre.
Per tutto quello che c’è e per tutto quello che ci sarà.
Per tutto il meglio che deve ancora venire.
” […] In ricchezza e in fortuna, in pena e in povertà, nella gioia e nel clamore, nel lutto e nel dolore, nel freddo e nel sole, nel sonno e nell’amore.”
Alice Innocenti
Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".