Isaac Asimov disse che se avesse avuto poco tempo da vivere, non se ne sarebbe preoccupato, avrebbe scritto solo più velocemente.
In questo specifico caso la citazione è più che lecita. Se la fine del mondo fosse vicina, ciò che resta da fare è solo cercare di fare ciò che più piace. Obiettivo di Organiconcrete è mostrare tutto ciò che di nuovo ci propone il palcoscenico della umana creazione. Ma in questo caso è più che giusto parlare di umana distruzione.
Se l’antica popolazione Maya in merito a questa settimana avesse ragione, ai posteri resta l’ardua sentenza. Nel frattempo oggi propongo uno scenario di ciò che può essere la fine del mondo come l’abbiamo conosciuto fino ad ora.
Il nipponico TokyoGenso, nome d’arte dell’illustratore anime, mostra una Tokyo post-bellica o ‘semplicemente’ figlia di un cataclisma particolare. Le opere sono realizzate da reali fotografie, modificate per realizzare i paesaggi distrutti. La città giapponese privata dalla sua componente umana, ma che la vita ha di nuovo fatto sua.
La realtà è proprio questa. La possibilità della fine del mondo si potrebbe limitare alla fine di una era del nostro pianeta, alla fine dell’era umana, ma non alla fine del mondo come ecosistema nell’Universo. Per questo le illustrazioni di oggi mostrano un panorama mozzafiato, dove i cavi elettrici diventano liane sospese tra un grattacielo di edera e mondi sottomarini inaspettati.
Alessia
Sono Alessia ho 22 anni da grande... vorrei fare la modella e vorrei la pace nel mondo. Sogni irrealizzabili? Speriamo non il secondo! Aspettando, cerco di scappare dalla routine quotidiana e dalla facoltà di lettere e filosofia.