Dopo le notti insonni sui denti di Maurizio Costanzo di qualche mese fa ecco un altro pensiero che non mi fa dormire, come un chiodo fisso che mi oscura ogni altra possibile visione: chi avrà mai imbrattato il famoso murales di Totti mentre celebra lo scudetto del 2001 a Monti?
Mamma mia che rompicapo! Perché non riesco a pensare ad altro? È una notizia fresca fresca, di qualche ora fa, ne parlano tutti in piazzetta (Piazza della Madonna dè Monti, ndr), anche quei quattro veterani, irriducibili del quartiere dove ha vissuto anche il grande Mario Monicelli.
Certo un po’ mi dispiace non vedere più la faccia del pupone con il dito alzato ma, a parte l’intenzione di qualche laziale invidioso (almeno così pare dalle prime ipotesi avanzate sul campo dalla scientifica di quartiere) ma è natura di qualsiasi opera murale essere soggetta al deterioramento, al degrado e alla completa distruzione. Specie se provocatoria. Anche quella con il capitano della Roma a questo punto.
Pupone a parte oggi ho il piacere di presentarvi, se già non lo conoscevate, uno street artist argentino, esattamente di Buenos Aires, un certo Pablo Harymbat meglio conosciuto come Gualicho.
“El que está entre los hombres” è il significato del nome che ha scelto questo street artist a cui dedico la puntata di oggi, un significato che ben si addice alla sua attività in giro per le città di tutto il mondo, dal 1998, dopo una parentesi da graffitaro, inizia a sperimentare soggetti bizzarri, un po’ futuristi se vogliamo ma di quel futurismo che fa sorridere e riflettere al tempo stesso.
L’influenza della simbolismo skate e rock si imprime sulla scelta dei soggetti e sulle situazioni che vengono fuori dalla sua creatività in grado di trasformare gli esseri umani in simpatici robottini che invadono le grandi pareti dei palazzi con i loro colorati meccanismi ad ingranaggio come le parti interne di un orologio, altri invece sembrano venire fuori dalla scatola di lego rubati ad un bambino ormai cresciuto. Non solo futurismo e tecnologia, nel suo mondo colorato trovano spazio anche piante, fiori e animali, una giungle colorata nell’immenso grigio che ci sovrasta.
Oltre ad “imbrattare” muri, come direbbe qualche benpensante, gli piace anche creare video e animazioni, giusto per non restare con le mani in mano.
Buona domenica!
Zelda
Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.