Premessa d’obbligo: i gusti sono gusti, quello che piace a te magari non piace a me e viceversa. La diversità di opinioni comporta comunque un reciproco rispetto, come dovrebbe accadere tra persone di fede religiosa diversa.
Io credo in un vampiro molto cattivo, infinocchiatore di avvocati, soggiogatore di uomini dalla mente instabile, che si insinua sotto le sottane delle giovani vergini sottoforma di nebbia, che si ciuccia l’interna ciurma di una nave, in grado di comunicare con ratti lupi e pipistrelli, che si nutre di sangue umano, che teme la croce, che brucia al sole, che muore trovando la pace (o almeno questo è quello che ci vogliono far credere) dopo una rocambolesca fuga: io credo in un unico vampiro, morto decapitato per noi. Amen.
Detto questo Dracula di Bram Stocker (il libro) sta alla dottrina cattolica come tutti gli altri vampiri successivi stanno alla riforma luterana. Da un certo momento in poi un po’ chiunque ha deciso di leggere la figura del vampiro a modo proprio. Quindi spuntano vampiri che grazie ad anelli magici grossi quanto una patata possono andare a spasso di giorno, altri che bevono sangue di coniglio, alcuni addirittura digiunano o si danno al sangue sintetico, strane catarifrangenze diurne e soprattutto le depressioni croniche e i conseguenti sospironi. Per evitare di scrivere un’ enciclopedia limitiamoci alla produzione degli ultimi anni i quali hanno visto l’ ammucchiarsi di tomi (e di danari) sull’ argomento, sviscerando fino all’ esaurimento il tema del triangolo amoroso e chiamando in causa ogni tipo di creatura immaginario orrorifica. Tutto ciò è stato fatto prettamente da donne anche perché se c’è una cosa che un vampiro sa fare bene è quella di rubarti la fidanzata e il fascino del principe delle tenebre sul genere femminile è ben noto: in primo luogo è potenzialmente ricco probabilmente nei secoli ha giocato bene in borsa, non diventerà mai pelato e panzone, ma soprattutto ha incontrato donne bellissime e alla fine ha scelto te (almeno finchè non invecchi e diventi cestinabile ).
Nonostante tutto questo però le variazioni sul tema sono tutte legittime e assolutamente salutari, se ad esempio volete vedere dei vampiri brutti cattivi atti al sesso animalesco, all’ indifferenza verso le sorti dell’ umanità il tutto calato in una bigotta cittadina del sud degli Stati Uniti guardatevi True Blood (almeno le prime due stagioni, tassativamente in lingua originale) oppure se volete una storia di vampiri dove nessuno si innamora di nessuno sappiate che esiste ed è una graphic novel dal titolo 30 giorni di notte.
Poi c’è Twilight. Breaking down parte seconda è uscito nelle sale, ultimo capitolo della saga. È finito il regno dei pettorali al vento dei licantropi e dell’ occhiaia disegnata dei vampiri. La storia si è conclusa con un lieto fine che ha soddisfatto i fan e di questo siamo tutti contenti. Per affrontare l’articolo mi sono affidata ad una specie di Bignami umano, una fan che mi ha raccontato il film (più complesso del previsto) e che ha risposto ad un paio di domande.
Da questo incontro ravvicinato posso dedurre che:
- In barba alla correttezza filologica la storia di per sé fa presa. Insomma vuoi vedere come va a finire quindi ti leggi tutti i libri e aspetti anno dopo anno che escano i film anche se conosci già il finale
- Il fico di turno pur essendo fico non è così fondamentale come ho sempre immaginato
- I passaggi della trama facilmente smontabili (vedi ad esempio l’abbondanza di spermatozoi in un uomo clinicamente morto da un secolo) diventano agli occhi dei fan abbastanza plausibili e giustificabili. Io ho guardato Lost per sei anni e a tutt’ oggi credo che le teorie pseudo-scientifiche in esso esposte siano assolutamente accettabili.
- Nessuna ragazza teme la morte se ad essa consegue la trasformazione vampiresca e la possibilità di rimanere giovane magra e bellissima con l’uomo che si ama anch’ esso giovane magro e bellissimo
- Le mamme soffrono al solo pensiero che nella transizione descritta nel punto 4 le proprie figlie possano tirare le cuoia
- L’ unica cosa che conta è l’amore, tutto quello che ci sta in mezzo è solo un riempitivo che fa (e ha fatto) tendenza.
Ed è proprio sul punto 6 che mi piacerebbe soffermarmi. Nel girovagare nella rete, nel leggere le fan fiction (racconti scritti dai fan che utilizzano come materiale di partenza il mondo finzionale, ad esempio, del proprio film preferito approfondendo aspetti poco sviluppati nella versione ufficiale, inserendo nuovi personaggi, o comunque ampliando la traccia iniziale in ogni senso e direzione) ho visto un sacco di romanticismo e di voglia di essere travolte da un amore sconvolgente e incondizionato e questo è meraviglioso. Però, tutto questo miele è stato versato sulla fetta biscottata sbagliata: un vampiro innamorato è come uno squalo senza denti, perde il suo lato animale e acquista un battito cardiaco che per statuto non può possedere. Quindi va bene l’amore prima di tutto ma, e in questo caso ci casca a fagiolo, mettiamo dei paletti.
Beatrice Lombardi
Laureanda presso il CITEM di Bologna è nata 26 anni fa dal tubo catodico. Dopo anni di amore e odio con mamma Televisione e papà Cinema ha deciso di percorrere nuove strade ed è scappata con il Web.