Come tutti gli anni tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre si è tenuto il Lucca Comics and Games, enorme fiera mercato, area espositiva, luogo di aggregazione sociale per chi ha la passione del fumetto o degli anime o del combattimento medioevale o dei giochi dal vivo o dei videogames.
Ma l’esperienza del Lucca Comics non si limita all’acquisto, o almeno non sempre. Nelle varie edizioni sono state frequenti mostre ed incontri con gli autori, rassegne cinematografiche e esclusive anteprime che hanno fatto del Lucca Comics un degno erede europeo del San Diego Comicon, nei limiti del possibile, è ovvio…non siamo in California. Inoltre Lucca è uno degli scenari del cosplay italiano, sia semi professionistico che dichiaratamente amatoriale e goliardico. Per intenderci il cosplay consiste nell’ assumere l’identità del proprio personaggio preferito di cartoni, fumetti o videogiochi non limitandosi però ad indossare un costume quanto ad interpretare, agire, il personaggio stesso. È una pratica più complessa di quello che sembra e in alcune parti del mondo è praticata come vera professione oltre che come stile di vita, e si solito è proprio il cosplay l’aspetto del festival che colpisce di più il visitatore o che viene riportato maggiormente dai media. Per quanto anche io sia un entusiasta del cosplay, soprattutto quest’ anno sono rimasta delusa. Forse sono cresciuta e sento di avere altri bisogni, oppure mi sono accorta che molto spesso i tentativi seri di cosplay sono talmente autocelebrativi che perdono senso mentre risultano più efficaci quelli ironici, oppure che la nudità femminile sia presente anche quando non necessaria. Detto questo non si può negare il fatto che molti si impegnino con profitto oppure che le pratiche di cosplay rendano il festival un esperienza unica e da provare soprattutto per chi non ha mai partecipato ad un evento del genere.
Henry Jenkins, studioso americano, ha parlato di fan come di un’ entità attiva contrariamente a quanto pensato fino a quel momento e ha posto come esempio della loro rappresentazione stereotipata uno sketch del Saturday Night Live dove i trekkers (termine con cui si fa riferimento ai fan di Star Trek) vengono descritti come sfigati che vivono nel seminterrato dei genitori.
Tralasciando la questione “choosy” e “bamboccioni”, mi sembra, guardando negli occhi dei visitatori del Lucca Comics, che la categoria dei fan sia regredita allo stato di passività precedente nonostante vi sia una parvenza di attività. Che l’irrompere del nerdy chic abbia castrato la proliferazione di prodotti culturali e atteggiamenti genuini? Che le piattaforme digitali abbiano reso mainstream quello che era nato come settario? Quello di cui sono certa è che la comunità di fan è talmente ampia che di sicuro le pratiche di fandom (creazione da parte dei fan di contenuti o di attività a partire dal materiale preesistente di serie tv, fumetti etc) non verranno minate nel profondo.
Ovviamente il mondo del fumetto non sta per esplodere, non è ancora necessario chiamare i Vendicatori, e per dimostrarvelo vi indicherò quello che secondo me è stato il padiglione più interessante: la self area. In questo stand sono ospitate le autoproduzioni di edizioni a fumetti che trovano molto spesso un corrispettivo in rete su blogspot.com dove è possibile visionare delle brevi strisce di grande impatto non solo grafico ma anche letterario. Più del padiglione editori, la self area può regalare a chi la visita delle piacevoli sorprese e può far scoprire delle realtà indipendenti di cui non era a conoscenza.
Detto questo, il consiglio è quello di organizzarvi per anno prossimo e ritagliarvi un paio di giorni per visitare il festival, ospitato nella suggestiva cornice del centro storico di Lucca e sulle sue mura medioevali le quali regalano a prescindere dal vostro interesse verso l’argomento un meraviglioso panorama costellato da ciò che c’è di più controverso al mondo: l’amore (alle volte un po’ ossessivo) verso un soggetto di fantasia.
Beatrice Lombardi
Laureanda presso il CITEM di Bologna è nata 26 anni fa dal tubo catodico. Dopo anni di amore e odio con mamma Televisione e papà Cinema ha deciso di percorrere nuove strade ed è scappata con il Web.
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