Domenica in strada: M-city


Miei baldi cavalieri senza armi e senza lodi dove chiedereste alle vostre pulselle di sposarvi?
Un ragazzo turco ha pensato bene di chiedere la mano della sua ragazza non in un posto qualsiasi ma sul ponte sospeso sul Bosforo, a metà tra Europa e Asia, proprio qualche giorno fa, causando un ingorgo per decine di kilometri. Luogo originale e risposta positiva. Sarà andato a colpo sicuro?
Restiamo in Europa, esattamente a Gdynia, in Polonia dove 35 anni fa nasceva Mariusz Waras, al secolo M-city, uno street artist un po’ globetrotter e con la passione per le grandi superfici su cui lascia il suo segno in giro per l’Europa, ma giurano di averlo visto all’azione anche in America e persino in Brasile.
Viaggia spesso anche in Italia, dove ha partecipato al PopUp di Ancona nel 2008 e poi a Milano, a Firenze, al Traffic Gallery di Bolzano dove ha esposto la sua seconda personale qualche mese fa, ha partecipato alla prima edizione di Lumen e oggi lo portiamo a casa vostra. Restate comodi.
Le sue esperienze da pittore urbano sono vaste e al suo curriculum si aggiunge la laurea al Dipartimento di Arti Grafiche e Fine Art di Gdańsk, in Polonia; un percorso completo per un artista che ama cimentarsi con pittura e stencil in giro per le nostre metropoli e non solo.
Come sapete adoro gli architetti e vengo attratta da chi come M-city studia lo spazio urbano; l’artista polacco difatti, come un urbanista posseduto dalla creatività, viene attratto dalle superfici dei palazzi che diventano il luogo ideale, quel foglio bianco su cui costruisce il suo universo grafico fatto di tanti palazzi e strade che si incrociano. Ciò che si vede è una serie di infinite curve e rette, strade e palazzi che invadono la nostra percezione del mondo circostante. Il suo tratto fine e deciso si combina all’uso del bianco e del nero che trionfa nelle sue città sospese dove la presenza umana si nasconde dietro gli elementi urbani. È inutile dirvi che è uno dei miei artisti preferiti.
Buona domenica!


Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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