Negli ultimi tempi sono sempre più numerosi e frequenti i contatti tra il mondo della street art e del graffito con il mondo della pubblicità e dei marchi commerciali.
Ne è un buon esempio il recente video della Puma (in collaborazione con il brand ASOS) che celebra il lancio della nuova linea di abbigliamento sportivo ispirata al lifestyle cittadino in una grande metropoli.
Lo spot ha per protagonista un gruppo di pixadores brasiliani immortalati durante i loro raid cittadini nei sobborghi di Sao Paulo.
Pixadores …cioè?
Il termine pixador deriva dalla parola portoghese piche, catrame, e identifica uno dei materiali preferiti dai pixadores per lasciare il loro segno.
Il movimento nasce negli anni ’60 in Brasile in un modo completamente autonomo rispetto alla scena dei primi graffiti statunitensi di New York ed è frutto del malessere delle grandi metropoli brasiliane dove ci sono grosse differenze sociali tra ricchi e poveri, i quali (questi ultimi) si trovano spesso a vivere in quartieri sovrappopolati con poca attenzione delle istituzioni e alti tassi di criminalità. Le origini per lo più di contenuto politico si sono poi evolute secondo schemi più tradizionali legati ai nomi di crew e tag personali.
Le caratteristiche principali del pixacao sono lo stile grezzo (vengono utilizzati quasi esclusivamente catrame, rulli e spray nero); un tipo di lettering unico: misto di font usate nel panorama rock and roll e alcuni stili propri della gang latino americane e messicane negli Stati Uniti; ed infine l’incredibile spinta (unica nel mondo) che ha ogni pixador a mettere il proprio nome più in alto e più grande di tutti gli altri, anche arrampicandosi a mani nude sui palazzi e rischiando la vita in una sorta di continua sfida con se stessi e contro la società.
Luca Marinucci
Romano, studente (?), disoccupato; si definisce un perenne neofita dei suoi interessi: la street art, la lettura e la musica.
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