Tuesday Poison: Benjamin Lacombe


Quale era la vostra favola preferita? La mia era Alice nel paese delle meraviglie, chiedevo a mia madre di leggerla spesso, mi piaceva ascoltare i nomi dei suoi protagonisti, adoravo immaginare la faccia di Alice e qualche volta sognavo di inseguire il Bianconiglio anche se ero innamorata del Cappellaio Matto, i suoi colori e le sue parole componevano il sorriso delle mie labbra e con la sua immagine sono cresciuta. Adoro le favole e soprattutto mi piace sfogliare ancora le pagine con i disegni di Alice e i suoi amici sciroccati. Giro indisturbata tra gli scaffali delle librerie di fumetti e libri illustrati e ogni volta non posso fare a meno di cercare tra gli illustratori il mio preferito, ovvero Banjamin Lacombe.
La puntata di oggi è dedicata a questo giovane artista parigino, classe 1982, il quale ha iniziato la sua carriera di illustratore quando aveva 19 anni e nel 2006 esce “Cerise Griotte”, il suo primo libro per bambini, e continua ad incantare grandi e piccini con i suoi capolavori che stanno facendo il giro del mondo.
La tecnica utilizzata da Lacombe è il guazzo su carta, un procedimento che rende la pittura più lucida e intensa, difatti nei suoi disegni trionfa il colore, una densità cromatica che mi ricorda i dipinti dei Preraffaeliti, soprattutto quando è il rosso a trionfare sulla superficie dei suoi capolavori.
Le sue creature sono i personaggi delle favole che tutti conosciamo ma Lacombe aggiunge un tocco di surreale al magico della fiaba, forgiando essenze sublimi che penetrano il pensiero e lo conducono nel vortice della meraviglia e dell’incanto.
Uno dei suoi personaggi che più adoro guardare è Madama Butterfly, la profondità del suo candore e i lineamenti cuspidi sottolineano lo sguardo triste e leggero della donna e il tutto sembra sbiadire dietro la tragedia che porta tra le mani.
Accostarlo all’arte di Tim Burton sembra troppo semplice, il ritratto di Edward Mani di Forbice realizzato per i 10 anni dell’uscita del film ne è una testimonianza, ma Benjamin Lacombe si differenzia per il suo codice espressivo, un’apoteosi di simbolismo cromatico che si insinua nei dettagli minuziosi che si compongono e scompongono come un mosaico metaforico.


Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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