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La Chirurgia Cosmica di Alma Haser

La Chirurgia Cosmica di Alma Haser


C’è aria di cambiamento qui su Organic Concrete, e per restare in linea con questo sentimento di innovazione oggi voglio parlarvi di un progetto che potremmo definire di “nuove vedute”. Ho scelto questo termine perché la particolarità di questo lavoro riguarda lo sguardo, e il volto intero, dei protagonisti dei ritratti di Alma Haser, che abbiamo l’onore di presentarvi in anteprima nazionale qui su Organiconcrete.
Nella serie “Cosmic Surgery” i modelli ritratti presentano, al posto del volto, una deformazione geometrica – oserei dire – “futuristica”.
Britannica di adozione ma tedesca di nascita, ha sempre lavorato su autoritratti. Solo recentemente ha iniziato a ritrarre altre persone, e da questo nuovo interesse ha origine un suo lavoro alquanto sorprendente.
Nella serie “Cosmic Surgery” ha voluto che l’origami fosse parte integrante dell’immagine finale, e lo ha fatto attraverso tre fasi distinte: in primo luogo Alma fotografa il suo modello, quindi stampa l’immagine e la ripiega in una complicata costruzione di carta; dopodiché posiziona l’origami sulla stampa e il tutto viene nuovamente fotografato.

Quella dell’origami è una tecnica molto meditativa, attraverso la quale ci si distacca un po’ dal mondo esterno; è anche estremamente delicata e fragile, per questo quando Alma ha scelto di inserire questi oggetti all’interno delle proprie fotografie ha permesso ad esse di assumere le stesse caratteristiche degli origami.
Anche se la geometricità di queste forme, estranee al volto, ci lascia piuttosto stupiti, l’attrazione fatale è messa in atto dai colori delle fotografie, da quella brezza opaca che riempie lo spazio, da quei toni pastello tipici delle atmosfere vintage, che combattono la leggera ostilità che gli spigoli della carta suscitano in noi al primo impatto, facendole sembrare simili a vecchie foto di famiglia ma con un tocco artistico in più.


Poco altro c’è da dire sull’ ineccepibile tecnica di Alma Haser, ma non posso trattenermi dal suggerirvi un altro suo progetto: si tratta di “The Ten Seconds Project” che comincia davvero a riscuotere notorietà sul web. Il progetto “dieci secondi” rende omaggio al gioco d’infanzia più conosciuto al mondo: Nascondino. Alma si dà dieci secondi per cercare un nascondiglio e prima che la macchina fotografica operi il suo click lei cerca di farsi piccola piccola. Le fotografie la mostrano in una varietà di ambienti domestici, con il suo corpo da adulto compresso in spazi limitati, mai del tutto nascosto, ma che non rivela mai la sua vera identità.
La limpidezza e la semplicità di queste immagini bastano paradossalmente a raccontare la stravaganza di un’artista contemporanea. Il progetto è attualmente in fase di diffusione, sul sito ad esso dedicato Alma ci invita a partecipare al suo “gioco”: chiunque può contribuire inviando un proprio autoscatto (con video annesso) per unirsi all’iniziativa e far emergere il bambino che è in sé… seguendo il suo esempio:


Stefano Gizzi

A volte cerco di ricordare a quando possa risalire il primo fotogramma della mia esistenza, ma non sono mai riuscito a trovare un punto d’inizio. Perché da che ne ho memoria la fotografia ha sempre fatto parte di me.

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