Luigi e Mario sono due fratelli nati a New York nel 1981 da una famiglia italoamericana e da anni fanno lo stesso mestiere, uno indossa una tuta da lavoro verde e l’altro invece la predilige rossa.
Luigi è alto e snello, con la faccia di chi sa fare bene il proprio mestiere, mentre Mario, più famoso, è paffutello e ama raccontare barzellette. Entrambi hanno i baffi ed entrambi sono idraulici.
Tra una pausa di lavoro ed un’altra, invece di prendersi un caffè, si divertono a saltare tra una tubatura ad un’altra per agguantare soldi sospesi in aria che all’occorrenza li fa diventare più grandi, stanno attenti a non incappare in piante piranha e strane creature che li fa diventare così piccoli che poi non riescono neanche a saltare. Sapete di chi sto parlando vero? Luigi e Mario, anzi Mario e Luigi, sono i due fratelli venuti fuori dalla mente dal designer giapponese Shigeru Miyamoto per l’azienda nipponica Nintendo creata esattamente il 23 settembre di 123 anni fa e che ancora oggi fa divertire tutti, grandi e piccini, soprattutto grandi quando nelle domeniche piovose invitano i loro amici a fare un po’ di sport da camera e si trasformano in calciatori e tennisti professionisti con mogli e fidanzate in tribuna a spettegolare.
Gli italoamericani Mario e Luigi mi servivano per introdurre uno street artist made in italy, uno della vecchia guardia capitolina, ovvero JBROCK.
È nato nel 1979 a Roma e a Roma ha scelto di restare, negli anni ’90, come molti suoi coetanei, si avvicina al writing per poi successivamente avviare una ricerca personale e molto antropologica che lo condurrà verso la realizzazione di lavori sempre più vicini alla street art.
Il suo curriculum artistico è molto vasto, ha partecipato e continua a partecipare alle più importanti manifestazioni ed eventi di street art della capitale come lo Urban Contest nel 2010 e al più recente street culture alla Casa delle Letterature.
Al centro dei suoi lavori c’è spesso una bontà di figure femminili e donne in stile Milo Manara che lasciano a bocca aperta sia per la bellezza sia per la sua arte di decorarle e amorevolmente ricamarle come un abile sarto del colore; stencil e poster tra le varie tecniche utilizzate che appaiono in giro per i quartieri romani e non solo, viso che si è fatto apprezzare anche nelle altre città europee.
Di lui mi piace il suo lato schivo, il suo essere un po’ outsider, mai al centro dell’attenzione e soprattutto i suoi lavori sulle grandi superfici della capitale, un modo per restare legato alla tradizione e cultura della sua città: la faccia tonda e serena di Aldo Fabrizi a San Lorenzo è fantastica!
Buona domenica!
Zelda
Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.
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