In questi giorni di fine agosto ad Avellino si svolgeva Flussi: il festival dedicato alla sperimentazione dell’arte mediale giunto quest’anno alla quarta edizione.
Location d’eccezione il teatro Carlo Gesualdo che ha ospitato cinque giorni di performance musicali, audiovisive, installazioni, dibattiti e workshops.
Nutrito e di altissima qualità il gruppone degli ospiti italiani ed internazionali che si sono alternati tra le 3 location del festival: la terrazza del teatro Gesualdo, l’interno del teatro (dove Francisco Lopez e Monolake si sono esibiti in una più che suggestiva performance audio multicanale), e l’ESP stage (all’interno del vicino Palazzo Amoretti) sede delle esibizioni più sperimentali selezionate tramite la “call for works” dedicata a John Cage.
Ed è proprio all’artista americano (quest’anno centenario della sua nascita) che è stata dedicata l’edizione 2012 di Flussi.
L’omaggio a John Cage, uno dei padrini dell’avanguardia sperimentale, non è tanto alla sua persona ma piuttosto alla sua figura: all’incredibile forza della sua opera e del suo pensiero perennemente alla ricerca della sperimentazione, del superamento degli schemi costituiti e della controtendenza.
Concept di cui gli organizzatori del festival hanno quasi fatto un credo, proponendo in questa e nelle passate edizioni di Flussi programmi e nomi non sempre mainstream ed esibizioni di non sempre facile lettura legate tutte dal filo della ricerca sperimentale e dell’innovazione dell’arte mediale al di fuori di logiche di mercato e concetti precostituiti (azzardi comunque ripagati da un seguito ed una partecipazione costantemente in crescita).
Numerosi gli artisti che sono intervenuti in questa edizione duemiladodici: Dopplereffekt, Monolake, Francisco Lòpez, Vladislav Delay, AGF, Alex Smoke, Dadub, Fabio Orsi, Mathon, Luomo, o|one circle, Rocket Number Nine, Vaghe Stelle, Rudi Punzo, Quiet Ensamble, Netherworld, Furtherset, Øe, Akamoi, Dramavinile, Dave Saved, Ubik, A:Ra, Kanaka, Deltaprocess, Ka:Lu.
Suggestivo come sempre il colpo d’occhio finale dell’intera manifestazione con 5 giorni di continua e notevole intensità sonora e forza creativa. Suggestiva anche la chiusura del festival che si è tenuta con uno stage allestito nel bosco all’interno del parco Cerrus sulle pendici del monte Terminio.
Ringraziamenti d’obbligo per aver reso possibile questo articolo a tutto lo staff di Flussi | a tutti i ragazzi Kanaka e Wankai per l’ospitalità | ai fotografi Marco Abete e Alfonso Fierro per la disponibilità | ad Avellino per la pizza.
Tutte le foto appartengono ai loro rispettivi autori.
Luca Marinucci
Romano, studente (?), disoccupato; si definisce un perenne neofita dei suoi interessi: la street art, la lettura e la musica.
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