« Questa è la storia della giovinezza, della sua provenienza, del perché esista, e di quanto velocemente sfugga se non vi prestiamo attenzione ».
E’ la forma che assume l’inchiostro sulla prima pagina del libro « Stay Cool » di RJ Shaughnessy, fotografo americano, nato e cresciuto a Los Angeles che ha scelto di riempire le altre pagine della sua pubblicazione con una serie di fotografie di teenagers e giovani adulti alle prese con ciò che sanno fare meglio: divertirsi, vivendo la città e i suoi abitanti. Impennate in bicicletta, scalate sui semafori, salti tra i cespugli, spinte sui carrelli della spesa, sono solo alcune di quelle che definiremmo ragazzate, e che invece questo fotografo ha deciso di utilizzare per rappresentare la spensieratezza della gioventù americana della California.
« Non mi piace rompere l’atmosfera facendo guardare le persone nell’obiettivo della mia macchina ». Così RJ cerca di rendersi invisibile per scovare gli atteggiamenti più naturali dei suoi amici e quando decide di fotografare non interagisce molto con loro, piuttosto preferisce farsi accompagnare da qualcuno che possa distrarre e intrattenere i suoi soggetti.
Giovani e belli, essi sono l’anima di una città. I loro gesti lo sono della società in cui vivono, lo si nota in alcuni scatti in cui arrampicarsi sui semafori o saltare alle spalle di un agente di polizia non sono motivo di contestazione ma causa di un sorriso.
Così RJ è attratto da immagini che sono, ossimoro permettendo, osservazioni dirette al limite del credibile: rappresenta la realtà senza la pretesa di “costruire”, ma con l’intento di renderle giustizia attraverso l’esclusione di qualsiasi filtro, soprattutto raccontando quei momenti semplici della vita che normalmente tendiamo a sottovalutare.
L’uso della luce nelle sue fotografie, insieme all’atmosfera cromatica, riportano ad uno stile saldamente americano e contemporaneo, accostabile (non senza azzardare) a nomi importanti come Nan Goldin e Larry Clark, insieme alla tendenza a raccontare dettagli di vita vissuta nell’intimità dei gesti. Infatti la maggior parte delle sue inquadrature sono scelte per focalizzare l’attenzione su azioni e atteggiamenti piuttosto che sui soggetti stessi.
Insomma, spontaneo, giovanile, energico, autentico, RJ ci racconta qualcosa che forse non ci sorprende, ma lui muore dalla voglia di farci sapere come si vive nella leggerezza di un’estate americana. Del resto suona così bene.
Stefano Gizzi
A volte cerco di ricordare a quando possa risalire il primo fotogramma della mia esistenza, ma non sono mai riuscito a trovare un punto d’inizio. Perché da che ne ho memoria la fotografia ha sempre fatto parte di me.
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