Il 26 novembre 1991esce Dangerous, uno dei dischi di maggior successo di Micheal Jackson, uno dei migliori in assoluto del re del pop americano, il terzo album del cantante per il numero delle vendite in tutto il mondo. A parte i numeri, che a ben poco servono in questa rubrica, perché abbiamo iniziato con Micheal Jackson? Ve lo dico subito ma prima alzi la mano chi ha una copia in casa di Dangerous e mostri a tutti la sua splendida copertina, un capolavoro magnifico, ma che dico straordinario, di Mark Ryden, l’artista pop surrealista made in the USA che oggi finisce sulla nostra rubrica. Non cercate di decifrare la copertina di Dangerous, sarebbe come cercare un filo logico nei film di David Lynch: un labirinto senza uscita.
Più volte ospitato nella splendida atmosfera della Dorothy Circus, classe 1963, californiano fin nelle ossa, per Mark Ryden negli anni novanta arriva la consacrazione a maestro dell’arte pop surrealista, grazie alla sua creatività che lo spinge a forgiare soggetti un po’ macabri e ambigui, fiabeschi e deliziosamente allegorici. Da notare la ripetizione con cui Abramo Lincoln appare nei suoi capolavori, nelle diverse vesti e posizioni (vedi Tree of Mystery).
Basta guardare una sola opere dell’artista americano per capire il suo mondo, lasciatevi tranquillamente guidare dalle sue strambe creature finemente disegnate: a prima vista sembrano delle dolci fanciulle e damerini dai visi fiabeschi poi, avvicinandoci alla tela ci si rende conto della loro vera natura, impertinenti, inopportuni, scandalosi e terrificanti, ripresi nella loro assurdità liquida che si confronta con lo spazio circostante.
Nelle sue opere i soggetti agiscono in un tempo illimitato: passato, presente e futuro si condensano nei volti dei protagonisti del suo teatrino colorato, a volte anche in bianco e nero, offuscato come un ricordo sbiadito dallo spazio, che si spinge oltre gli spigoli della cornice della tela.
Io adoro la sua vena lowbrow, quella più spietata, più contraddittoria e macabra, come in Uncle Black, dove una fanciulla vestita di nero con una bottiglia di liquore nero mostra il suo libro gocciolante al suo amico metallaro dallo sguardo tetro. Incute paura, quella dose giusta che fa della sua arte il migliore incubo da vivere. O il migliore veleno con cui morire.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!
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