Domenica in strada: Stik


Navigando in rete alla ricerca di una notizia adatta a voi miei cari lettori della domenica, un po’ sonnolenti, un po’ mangioni e tanto vanitosi sulle spiagge, ho letto che a Londra alcuni street artist locali stanno preparando la città ad accogliere le olimpiadi a loro modo, con murales e graffiti fantastici. Artisti come Criminal Chalklist, Toaster e Teddy Baden hanno tappezzato la capitale del Regno Unito con immagini irriverenti e divertenti, come dire un altro modo di vivere le olimpiadi. Sicuramente meglio di voi che lo farete guardando le gare a suon di barbeque e birra nel giardino dell’amico con il plasma 100 pollici.
Restiamo in Inghilterra oggi e vi porto a conoscere Stik, uno street artist inglese che ho scoperto soltanto qualche mese fa purtroppo e credo che questa domenica sia quella giusta per presentarlo a voi. Non si definisce un artista politico anche se proviene da una famiglia in cui il senso politico e civile è molto spiccato, in un periodo di crisi economica e sociale, dove le lobby internazionali e il potere della politica finanziaria si ripercuotono sull’esistenza di ogni singolo individuo, i suoi omini semplici e teneri ci restituiscono un po’ di umanità e calore e sorriso. In bianco e nero, soli o in gruppo, nella foschia li vedi apparire per strada, grandi sulle pareti, sulle porte dei palazzi o di alcuni stabili londinesi con il volto un po’ imbronciato, un po’ pensieroso, un po’ timoroso, tanto sognatore, come tanti individui che vagano per la città alla ricerca di un po’ d’affetto, quello dello sguardo dei passanti.
Tenerezza e attivismo si mescolano nelle sue opere: adorabile quello raffigurante una mamma che tiene in braccio un bambino, più impegnato quello con la donna con il burka e suo marito. I miei preferiti.
Buona domenica!

 


Zelda

Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.

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