Parole che non sono innocue


E’ per questo che sopravviviamo alle cose che finiscono, alle persone che se ne vanno.
Ci perdiamo i dettagli.
Se ricordassimo tutto saremmo praticamente fottuti, senza speranza.
Come con i vestiti che hai indossato in un giorno speciale.
Ecco, quel momento poi passa e all’inizio credi che su quei vestiti sia calata una sorta di maledizione, credi che ogni volta che li metterai o che semplicemente li vedrai avrai davanti agli occhi quella stessa scena, quello stesso giorno e ti chiedi come farai, come potrai anche solo pensare di andartene in giro con quella maglietta.
E invece no.
Invece i giorni passano e tu continui a mettertela quella maglietta lì, e magari all’inizio ti fa un po’ strano, magari prima di infilartela te la rigiri tra le mani e magari la annusi, perchè l’odore di certi momenti resta attaccato anche ai vestiti; poi non ci fai quasi neanche più caso, poi diventa solo una delle tante maglie che hai nell’armadio.
Solo che non gli sai dare un tempo a quel “poi”.
Potrebbe essere una settimana o un anno.
I dettagli, però, li perdi lo stesso.
Non te lo ricordi più quello sguardo lì, quella parola precisa, quel respiro; quel dettaglio, quella piega del braccio, quella smorfia strana.
Non ti ricordi ogni minuto o l’aria che c’era.
Ed è così che ti salvi, perchè se ricordassimo tutto, se avessimo sempre ogni cosa stampata nella mente, non potremmo nemmeno fare un passo in avanti.
E invece certe cose passano, il tempo non se le porta via, ma passano.
E allora, piano piano, puoi anche tornare a respirare.

“Per una notte di vino pagherò cento giorni d’aceto…”

 


Alice Innocenti

Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".

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