Vorrei dirti tante cose, ma stavolta il modo proprio non lo conosco e quindi, come sempre, io scrivo e, come sempre, tu non risponderai o mi scriverai una riga.
E a me va bene così.
E’ solo una delle tante piccole magie che tengono su il nostro mondo: io scrivo, tu non rispondi; tu parli, io resto in silenzio.
Ho imparato ad amare anche queste cose qui.
Dicono che la poesia non sia una concezione un po’ vaga di qualcosa che conosci appena, no, è quando una cosa la conosci fin troppo bene, quando ne custodisci ogni dettaglio, che quel tutto proprio non riesci a dirlo.
Ecco, a me allora servirebbe una bella poesia, una poesia per dire che ci sono posti che lo sai che sono casa tua, che li conosci come le tue tasche, ma che, proprio come le tasche, sono bucati e nelle tasche bucate le monete non ce le puoi mettere, come non puoi mettere normalità in qualcosa che è tutt’altro che normale.
Una poesia da pensare sottovoce, perché a dirle, poi, le cose si rovinano; una poesia muta, come tutte quelle cose che non c’è bisogno di dire, perché le sai già.
Una poesia solo per te.
“Come pensi che io in due righe così ci metta tutto quel che sei?”
Alice Innocenti
Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".
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