Parole che non sono innocue


Io tremo quando sono con te, tremo così tanto che ho paura che tutti se ne accorgano, che perfino le mie mani possano parlare.
Io tremo mentre ti aspetto, mentre penso che è solo questione di minuti, mentre mi chiedo come sarà, ancora.
Io tremo cercando il tuo nome, perchè un nome vero, tu, non ce l’hai.
Potrei chiamarti amore, ma non sarebbe la parola giusta.
Potrei inventarti lettere nuove, suoni diversi, metafore strampalate per spiegarti cosa succede quando, all’improvviso, arrivi tu.
Oppure potrei convincermi che da lontano si può urlare ad una persona quanto la si ama con tutta la voce che si ha, ma, davvero, la nostra voce non riuscirà mai ad attraversare tutti quei chilometri.
Perchè ho capito che forse stai bene lì, fra quelle cose che si vedono appena, ma che fanno luce a tutto il resto.
Ecco, a me piacerebbe essere la luce di qualcuno, la candela accesa.
Mi piacerebbe che qualcuno si portasse a spasso un pezzettino di me, che se lo chiudesse nella tasca della giacca, nel portafoglio o in un angolo della propria testa e che poi lo tirasse fuori quando più gli serve, per parlarmi, per offendermi o per dirmi semplicemente che non mi ha dimenticato; mi piacerebbe che qualcuno mi sentisse accanto mentre cammina, mentre chiude gli occhi prima di addormentarsi; mi piacerebbe rimanere.
E dovrebbe piacere anche a te, perchè è proprio quello che faccio io.
Portarti con me.
Sarà poco, ma è tutto quello che mi hai concesso di fare; e io mi accontento, perchè forse piacerebbe davvero anche a te.
Che poi non c’è cosa più bella, portarti con me.

 


Alice Innocenti

Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".

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