Ciao, di dove sei, quanti anni hai e da quanto tempo scatti fotografie?
Sono di Milano e ho 27 anni. 5 anni fa ho comprato la mia prima reflex che usavo principalmente per fare street photography quando viaggiavo. Poi un paio di anni fa mi sono iscritta ad un corso di fotografia e nel giro di poco ho iniziato a ribaltare completamente il modo che avevo di scattare fino a fare della fotografia il mio principale mezzo di espressione.
Dai una tua interpretazione al termine “FOTOGRAFIA”
Giochi di luce come mezzo espressivo.
Quali sono i tuoi soggetti preferiti? E come interagisci con loro?
Non ho dei soggetti preferiti, amo ritrarre le situazioni, le emozioni, le proiezioni della mia mente sulla realtà. A volte entro io stessa nelle mie foto, altre volte persone che mi sono vicine. Devo sicuramente dire un grande grazie alle mie amiche che si prestano spesso al mio obiettivo con molta pazienza e curiosità. La verità è che ho una visione della fotografia abbastanza intimista, solitamente quando scatto ho ben impresso nella mente quello che vorrei tirare fuori e non è assolutamente facile per me riuscire a trasmetterlo e farlo riprodurre da un modello/a. Mi rendo però sempre più spesso conto che questo può risultare un limite e come dice il mio maestro di fotografia “la bravura del fotografo si misura anche da lì”. È un aspetto sul quale vorrei e dovrei lavorare.
Digitale o Analogico? Quale significato si nasconde per te dietro questi due termini tanto usati quanto spesso abusati, e qual è il tuo rapporto con essi?
Quando scatto amo prima di tutto sperimentare, motivo per il quale non mi do mai dei paletti. La scelta del “supporto” avviene esclusivamente in funzione di quello che vorrei tirare fuori dalla situazione e di come vorrei rappresentarlo. Ma ammetto che ho una predilezione per l’istantaneo che si presta molto bene proprio alla visione giocosa che ho della fotografia. Il digitale è praticità e qualità, l’analogico è qualcosa di più sentimentale. Uno dei miei passa tempo preferiti da piccola era guardare per ore e ore con il piccolo lettore portatile le diapositive di papà. Ne avevamo cassetti pieni e la bellezza dietro al gesto di infilarle una ad una davanti alla luce per scoprire cosa rappresentavano, credo non sia sostituibile.
Qual è la tua attrezzatura?
Sony Alpha 550, 3 modelli di polaroid 600 sulle quali tengo montati diversi tipi di pellicole, Diana f+, Fuji Instax, Minolta xd-7 e l’ultima arrivata una Polaroid Colorpack II con la quale mi sto divertendo davvero molto.
Cosa fai quando non scatti fotografie?
Principalmente il mio vero lavoro! Poi ascolto musica, tantissima musica. E adoro fare i picnic sulle coperte a scacchi.
Una domanda che vorresti ti venisse fatta?
Giochiamo?
Un fotografo che ci consigli di tenere d’occhio?
Se come me amate le atmosfere un po’ oniriche vi consiglio le polaroid di Brandon Long (The only magic left is art: http://www.flickr.com/photos/theonlymagicleftisart). Poi tra le mie preferite ci sono le italiane Viola Cangi (http://www.flickr.com/photos/violetberry/) e Valentina Calosci (http://www.flickr.com/photos/caloscivalentina/).
Ringraziamo Claudia per aerci concesso l’intervista e come sempre vi vinvitiamo a visitare il suo stream flickr : http://www.flickr.com/photos/wonderlandadventures
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.
Ops I did it again! – A colpi di luce
26 aprile
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