Dopo una massiccia dose (in realtà ne è bastata una manciata) di settimane romane, sono arrivato alla contestabilissima conlclusione che io odio fermamente le grandi città. Ora possiamo sederci ad un tavolo sorseggiando un Martini e instaurare una discussione (lunga una vita) sui vantaggi offerti dalla città e le varie opportunità lavorative/culturali/sociali/etcc./etcc., ma credo che niente e nessuno riuscirà a scrollarmi quest’idea dalla testa.
Io adoro il contatto diretto con la natura. Si, adoro svegliarmi con il cinguettio degli uccelli e tutte quelle menate lì, che si trovano scritte sui libri per bambini.
Ma più di tutto, adoro la possibilità di togliermi le scarpe, camminare a piedi nudi sull’erba e sentire la terra sotto i piedi.
Così quando ho visto il progetto di Mathilde Roussel sono rimasto letteralmente a bocca aperta. LIFE OF GRASS è l’ultima creazione di Mathilde. Sculture realizzate in ferro e riempite di terra e semi, che attraversano un processo evolutivo e si trasformano, modificano, diventano parte integrante dell’essere umano che rappresentano.
Come racconta l’artista stessa, il cibo che ingeriamo ha un impatto su di noi, che va aldilà dell’aspetto puramente gustativo. Entra a far parte di noi, invadendo con la sua forza, ogni organo del nostro corpo.
“The natural world, ingested as food becomes a component of human being. Through these anthropomorphic and organic sculptures made of soil and wheat grass seeds, I strive to show that food, it’s origin, it’s transport, has an impact on us beyond it’s taste. The power inside it affects every organ of our body. Observing nature and being aware of what and how we eat makes us more sensitive to food cycles in the world – of abundance, of famine – and allows us to be physically, intellectually and spiritually connected to a global reality”.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.
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