Ed è vero che, alla fine, si può andare avanti anche senza tutte quelle piccole cose che crediamo ci servano, che pensiamo siano indispensabili.
E’ che siamo portati a costruire storie, a ricamare, a convincerci che l’unica cosa che potrebbe davvero renderci felici è quella che puntualmente non possiamo avere, come se cercassimo sempre di completare il puzzle con il pezzo che non riusciamo a trovare, che non si incastra.
Perchè la vita, poi, è anche una questione di incastri, di trovare il posto giusto, di sforzarsi di farle andare dove vogliamo, le nostre cose.
Non lo so, credo sia una tendenza di tutti noi essere umani: affannarci così tanto per rincorrere qualcosa, o peggio ancora qualcuno, che in realtà è solo un accessorio, un pezzo di luce che non è niente in confronto al nostro cielo, un dettaglio trascurabile. La fregatura, però, è che lo scopriamo dopo, quando ormai abbiamo già investito tutto quello che potevamo spendere, perchè il “mentre” è un rischio che ci è piaciuto correre, e lo abbiamo fatto con tutto il fiato che avevamo fino a ritrovarci senza voce e senza forze, con la delusione di aver coltivato solo un’illusione.
E a volte fa un pò male.
E a volte vorresti anche tornare indietro e ridefinire i contorni, avere una bacchetta magica e cancellare un pò della strada fatta.
E a volte ti vergogni anche di aver pensato che qualcuno potesse essere il tuo tutto, di aver preservato certi gesti solo per una persona.
Però succede.
Poi, però, accade che ti svegli una mattina e senti che ci sei, semplicemente; ti guardi allo specchio e vedi che sei vivo, che stai bene anche così, che quella corsa ti ha sfiancato, ma non abbattutto.
E ricominci.
Perchè ce ne sono decine di porte da aprire, solo a saperle vedere.
Perchè c’è chi pagherebbe per il nostro sorriso, anche se ancora non lo sappiamo.
Perchè non c’è niente che sia per sempre, figuriamoci un’illusione.
“E’ così quasi sempre: si scopre alla fine che il dolore, tutto quel dolore, era inutile, che si è sofferto come bestie, ed era inutile, non era né giusto né ingiusto, non era bello o brutto, era solo inutile.”
Alice Innocenti
Alice Innocenti, ventun anni, amante delle parole. Di ogni tipo di parola. "Nella vita vera non posso cancellare, tornare indietro, ripensare a quello che ho detto, correggerlo. Allora scrivo. Per prendermi la rivincita sulle parole. Per raccontare come sarebbe andata se avessi scelto quelle giuste".
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