Non è domenica e non vi parlo di street art ma vi rubo qualche minuto per parlarvi di un artista con la a maiuscola, il quale ha da poco concluso la sua ultima strepitosa mostra alla bgallery di Roma.
Missing è il titolo della mostra, un lungo percorso di carta, tele ed emozioni che dal 10 al 25 marzo ha lasciato tutti a bocca aperta. Me compresa.
Lui si chiama Millo e viene da un mondo fatto di romantiche geometrie e parallelismi urbani che si nutrono di tempo e figure umane.
Lui si chiama Millo e le sue creature vivono in una foresta di palazzi, strade, cavalcavia e insegne pubblicitarie che si innalzano dritti dritti fino a coprire i pensieri.
Lui si chiama Millo e la sua mano crea fantastici capolavori in bianco e nero dove il tempo e le figure umane si incrociano ogni giorno nei suoi pensieri.
Lui si chiama Millo e cattura qualsiasi superficie bianca che incontra il suo sguardo per trasformare i suoi pensieri in favole da leggere con gli occhi e con il cuore.
Lui si chiama Millo ed è un burattinaio disegnato con gli occhi da bambino, un po’ sornioni un po’ incantati, che inseguono storie di catrame e cemento.
Lui si chiama Millo e la sua città è una città di vetro dove uomini e donne si incontrano con lo sguardo, si rincorrono, si attraversano e tessono un filo lungo chilometri che attorciglia palazzi e mongolfiere nel cielo.
Lui si chiama Millo. Punto.
Zelda
Mi chiamano Zelda, come la principessa dei Nintendo, come Zelda Sayre Fitzgerald, come Beautiful Zelda della Bonzo Dog Doo-Dah Band. Sono alta quanto una mela della Val di Non, sono impertinente come i miei capelli e mi nutro di street art, quella roba di cui vi parlo la domenica quando avete il cervello quadrato e parlate di rigori e schedine. Non potrete fare a meno di me.
NO COMMENT